Il viale del tramonto
Repubblica: Fango sul paese. La Stampa: Occasione persa. Il Sole 24 ore: Bizzarro siparietto.
I titoli dei commentatori dei giornali di oggi sono chiarissimi.
C'è un primo ministro, nel vertice del G8 a Deauville, che utilizza il palcoscenico internazionale per danneggiare il suo Paese, vilipenderlo con i leader delle grandi democrazie mondiali, e presentarlo come uno Stato che è fuori dalle regole dell'Occidente, anzi in pericolo di dittatura.
Un premier che ha evidentemente perso la testa, sommerso dall'affanno per il suo destino.
Un premier che, a differenza dei suoi colleghi di Russia, Canada, Giappone e Francia, non è stato invitato a nessun incontro bilaterale durante il G8, segno evidente della sua nulla capacità di contare, sulla scena del mondo. Un premier vistosamente fuori posto e fuori luogo nel vertice dei Grandi.
Un premier che come capo del potere esecutivo attacca il potere giudiziario e definisce dittatura la nostra democrazia istituzionale dimostra di non sapere nemmeno cos'è l'Occidente, concetto rilanciato qualche giorno fa a Londra da Obama, che ha invitato Europa e America a ridare a quel concetto dignità politica.
Ora si può dubitare che il nostro premier abbia recuperato le simpatie della Casa Bianca con il surreale accenno alle sue disavventure giudiziarie. È probabile che Obama continuerà a considerarlo un leader sul viale del tramonto. Da rispettare formalmente, non c'è dubbio, ma sul quale non fare troppo affidamento. Del resto, il presidente degli Stati Uniti non fa mistero di avere già in Italia un interlocutore che si chiama Giorgio Napolitano.
Berlusconi sa benissimo che da lunedì sera nulla sarà più come prima. Da un lato la Lega, dall'altro le varie cordate di scontenti che si stanno organizzando nel Pdl: una tenaglia molto scomoda che si stringe intorno a una leadership attonita, quasi imbalsamata; senza dubbio incapace di recuperare una sicura rotta.