Di lotta o di governo?


Questa volta la Lega non potrà avere il piede in due staffe, non potrà fare propaganda da opposizione al Nord e fare accordi di governo a Roma.

Il PD ha presentato la sua mozione sulla missione italiana in Libia; il voto è previsto per il 3 maggio. E Umberto Bossi dovrà scegliere se stare o no con il governo.

Se dice sì, tutte le grida al Nord, comprese le interviste sparate alla Padania e le manifestazioni muscolari di Bossi e Maroni, si riveleranno vuota propaganda anche agli occhi dell’elettorato leghista, già in fibrillazione per i cedimenti, i voti sulle leggi ad personam. Se dice no, mette a rischio il governo.

«Se ci fosse un voto differenziato della Lega – ha avvertito ieri il presidente del gruppo PD alla Camera, Dario Franceschini - sarebbe crisi nei fatti».

Anche per questo il PD ha presentato una sua mozione, mantenendo ferma la propria posizione sulla Libia.

«Noi sostanzialmente ribadiamo la mozione già approvata dal Parlamento. Nell'ambito dell'azione dell'Onu integrata nel comando Nato sono possibili operazioni militari solo finalizzate al fatto che Gheddafi non massacri le sue popolazioni ribelli» ha chiarito ieri il segretario nazionale del PD, Pier Luigi Bersani.

«Da lì in poi deve partire una azione diplomatica. Ma vogliamo capire anche se la maggioranza è in grado di garantire gli impegni presi perché quando ci sono due ministri, non dell`ultima fila, come Maroni e Bossi, che sparano a zero sulle condizioni implicite di quel mandato Onu, l`opposizione ha diritto di sapere se la maggioranza ha una politica oppure no».

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