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Liste d'attesa, per la destra vanno bene così

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La destra in Consiglio Regionale ha bocciato la mozione presentata dal PD per aumentare le risorse sanitarie messe a disposizione dallo Stato al 8% del PIL. L’ennesimo duro colpo per coloro che speravano in un impegno concreto per migliorare il servizio sanitario. La proposta rappresentava una possibilità concreta per incidere realmente sul taglio delle liste d'attesa e dare risposta alle nuove sfide e ai nuovi bisogni di cura e assistenza. Questa destra sembra non voler affrontare il dibattito sulla sanità per non mettere in discussione il loro modello sanitario basato sul ricatto: “vuoi farti curare, paga”. Nonostante i continui tagli, nel frattempo c’è un modo per far valere i propri diritti e far rispettare le tempistiche indicate nelle ricette mediche. È possibile usufruire del RUA, il responsabile unico aziendale, la figura interna a ogni azienda ospedaliera che lavora per garantire l’assistenza nei tempi previsti dall’impegnativa. In base alla delibera regionale del 2019 puo

Un DEF senza cifre

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La politica dello struzzo della destra: un DEF (documento di economia e finanza) senza cifre. Sanno che andranno incontro ad una procedura per deficit eccessivo ma non vogliono dirlo agli italiani.  Un Governo inaffidabile che, sull’altare della propaganda, sceglie di mettere le mani nelle tasche degli italiani e di danneggiare duramente la credibilità internazionale del Paese.  “Siamo oltre la finanza creativa. Siamo alla presa in giro: il governo presenta un DEF “transitorio”, cioè non dice come coprirà le spese almeno fino alle Europee. Poi la ricetta sarà la solita: tagli a sanità, scuola, lavoro. Irresponsabili e incoscienti, a spese dei cittadini”. La Capogruppo dem alla Camera, Chiara Braga , commenta così il Documento di economia e finanza approvato in Consiglio dei Ministri.  Un provvedimento che la Cgil definisce “una scatola chiusa”, e che tante polemiche aveva suscitato già alla vigilia della discussione in CdM. Al centro della contesa, la decisione del governo Meloni di pr

Studenti fuori sede, come richiedere il voto

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Segnaliamo che gli studenti fuori sede potranno votare per le elezioni europee dell’8 e 9 giugno.  Per farlo bisognerà registrarsi seguendo le istruzioni pubblicate dal Comune in cui si vive, entro il 5 maggio.  Votare è un nostro diritto e finalmente anche gli studenti fuori sede potranno esercitarlo appieno, per non lasciare ad altri le scelte sul proprio futuro.  Per anni abbiamo lottato come Partito Democratico per garantire il diritto di voto ai fuorisede. Questa è una prima vittoria che però è monca, perché riguarda solo gli studenti e non anche i lavoratori. Continueremo quindi a portare avanti le nostre battaglie, per garantire a tutte e tutti questo fondamentale diritto.

Sicurezza sul lavoro, in piazza assieme ai sindacati

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A fronte dell’ennesima tragedia sul lavoro riproponiamo al governo e alla maggioranza di lavorare davvero seriamente sul tema della sicurezza sul lavoro. Abbiamo ottenuto un primo importante risultato: la necessaria estensione delle tutele economiche e normative contenute nei contratti siglati dalle associazioni datoriali e sindacali comparativamente più rappresentative in tutti i casi di appalto e subappalto. Ma su tanti altri aspetti, fra cui formazione, prevenzione, patente a crediti, contrasto alla precarietà del lavoro, le risposte sono ancora totalmente insufficienti.  Per questo il Partito democratico parteciperà alle mobilitazioni sindacali di domani per la sicurezza sul lavoro. Chiediamo inoltre che in tutti i territori le iniziative del PD di questo fine settimana insistano sul tema della sicurezza sul lavoro.  Maria Cecilia Guerra , Responsabile Lavoro Segreteria nazionale del Partito Democratico

Una destra non credibile

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L’attenzione alla disabilità e ai disturbi dello spettro autistico è una cosa seria, è un tema che richiede impegno costante, attenzione e i fondi necessari per aiutare le famiglie e i caregiver.  La giunta Fontana non solo se ne lava le mani durante tutto l’anno, ma utilizza le ricorrenze come passerelle suscitando la giusta ira di chi in questi anni ha visto arretrare i propri diritti e ha subito i tagli ai sostegni da parte di Regione Lombardia. La destra non è credibile e i lombardi lo sanno.  Noi continueremo a dare battaglia, al fianco delle associazioni e delle persone più fragili.

Vicinanza e solidarietà

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Tutta la comunità del PD si stringe al dolore dei familiari delle vittime dell’esplosione ed è in forte apprensione per le persone rimaste ferite e per quelle che ancora risultano disperse.  La nostra gratitudine va ai soccorritori impegnati in questa grave e drammatica circostanza.

Centro sportivo, chiusa la spa

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Negli ultimi giorni la cittadinanza ha potuto apprendere dai giornali che in seguito al sopralluogo effettuato dal personale del Dipartimento di igiene pubblica e prevenzione sanitaria – SC igiene e sanità pubblica di ATS Brianza insieme ai carabinieri del NAS di Milano, il Sindaco ha firmato un'ordinanza che dispone l'inaccessibilità agli spazi e quindi la chiusura temporanea (fino al ripristino delle condizioni idonee) del centro benessere all'interno del centro sportivo, comprensivo di palestra e piscina, di via Aldo Moro.  A quanto si apprende dall'ordinanza, lo scorso 26 marzo è stata effettuata una verifica presso l’impianto natatorio e, stando a quanto comunicato nell'ordinanza che cita la relazione di Ats, "sono state rilevate carenze ed inconvenienti con diffida al gestore dall’utilizzo, fino al ripristino dei requisiti di igiene e sicurezza". La spa resterà dunque chiusa e inaccessibile con "divieto assoluto di utilizzo degli spazi e dei loc

Oltre i limiti della decenza

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Il nuovo capitolo di TeleMeloni è lo stravolgimento delle  regole sull’informazione per la campagna elettorale delle europee . Lo mette a punto Francesco Filini, il Deputato di maggior fiducia del plenipotenziario della comunicazione di Palazzo Chigi e di Fratelli d’Italia Fazzolari. Un nome, una garanzia. Il pacchetto di modifiche al regolamento presentato da Filini arriva al voto in Commissione vigilanza RAI nelle prossime ore, ed è talmente smaccato che persino Forza Italia, capitanata in Vigilanza dall’ex ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri, non ha aderito.  Sostanzialmente, Filini vuole introdurre una zona franca per  per i rappresentanti di governo che intervengono su temi inerenti all’esclusivo esercizio delle funzioni istituzionali”, e nei programmi di approfondimento chiede che sia garantita “una puntuale informazione sulle attività istituzionali e informative”. Ovvero, un libera tutti alla propaganda di governo sulle magnifiche attività e gli stupefacenti risultati

5 anni in Europa

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Per conoscere il lavoro svolto dal nostro capodelegazione a Bruxelles negli ultimi 5 anni e avvicinarsi in maniera consapevole all'appuntamento elettorale delle europee di giugno, il PD di Monza e Brianza vi aspetta giovedì 11 aprile alle 21:00 presso il centro civico LibertHub di Monza con Brando Benifei e Lorenzo Sala .

Tagli alla sanità, Regioni in rivolta

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Prima l’appello dei 14 esperti, poi l’allarme della Ragioneria dello Stato, infine il monito della Conferenza delle Regioni: basta tagliare sulla sanità.  Il Governo, nel decreto PNRR, taglia 1,2miliardi, ridimensionando al 6,2% la spesa sanitaria in confronto al PIL. Questo significa liste d’attesa più lunghe, meno medici e infermieri, meno strutture sul territorio, meno medicina di prossimità, meno lavori di messa in sicurezza e ammodernamento degli ospedali. Una scelta folle, che rischia di far collassare il sistema sanitario nazionale.  L’unico "pregio" di Meloni è stato quello di unire i Governatori, di centrosinistra e centrodestra, nella critica agli scellerati tagli. Facciano un passo indietro e garantiscano l’accesso universale alle cure per tutte e tutti.  Anche Fedriga, Governatore leghista del Friuli Venezia Giulia, si è scagliato contro i tagli alla sanità del Governo Meloni.  Fratelli d'Italia, sicuri che siamo noi a “mistificare la realtà”?

Un nervosismo crescente

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Si registra un nervosismo crescente nell'amministrazione comunale cittadina. Alla soap opera, ancora aperta, sulle dimissioni dell'Assessora Pesarin, che resta una vicenda lungi da essere trasparente, si è aggiunto un atteggiamento di palese insofferenza in Consiglio Comunale del gruppo di BPE, con i Consiglieri Pirola e Signorini particolarmente nervosi e gratuitamente polemici anche in passaggi condivisi fra maggioranza e opposizione. Una seduta che ha avuto poi nella sua coda la notizia della rottura fra la Consigliera Neagu e il gruppo consiliare della Lega.  Particolare rilievo va poi dato a un post del Sindaco Assi dal titolo "Asino chi non legge". Al di là della totale mancanza di senso istituzionale, assenza più volte notata nel primo cittadino, desta sconcerto l'atteggiamento apertamente offensivo che il capo della giunta assume nei confronti non di avversari politici, ma di semplici cittadini.  Un atteggiamento di palese nervosismo probabilmente legato a

Una sanità a rischio crac

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La sanità pubblica è a rischio crac. A dirlo non sono solo le opposizioni ma scienziati, premi Nobel e medici. Con il Governo Meloni si toccherà il punto più basso: nel 2025 solo il 6,2% del PIL andrà in spesa sanitaria.  Serve un piano straordinario di investimenti per abbattere le liste d’attesa, garantire assunzioni e stipendi dignitosi al personale sanitario, modernizzare le strutture ospedaliere, ampliare la medicina sul territorio e di prossimità.  La destra invece continua a tagliare e va nella direzione opposta, preferendo il privato al pubblico. Per loro curarsi è un privilegio, non un diritto. Puoi farlo solo se hai i soldi.  Così mettono a rischio non solo la salute dei cittadini ma l’intera coesione sociale.

Contro la privatizzazione della sanità

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I cittadini si indebitano per curarsi. La destra che fa? Taglia i fondi alla sanità.  La sanità pubblica è sempre più in crisi e per far fronte alle cure gli italiani sono costretti a pagare o, peggio, a indebitarsi per ricevere le cure a cui avrebbero diritto.  Insomma: chi può, paga. Chi non può, si indebita. Oppure rinuncia a curarsi.  Sono infatti circa 9 milioni gli italiani in difficoltà economica per colpa di una sanità pubblica allo sbando. Un cittadino lombardo su nove evita di curarsi perché non può sostenere il costo di una visita privata.  Nel pieno di questa crisi, il valore dei finanziamenti personali contratti a copertura delle spese sanitarie è arrivato a superare il miliardo di euro: un risvolto ancora più drammatico che, però, non sorprende.  Per fronteggiare la difficoltà degli italiani il Governo cosa fa? Taglia i fondi destinati alla sanità. In Regione Lombardia, la Giunta Fontana non è da meno, con la sua ricetta ormai collaudata di tagli e privatizzazione strisci

Il boom dei malati indebitati

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Gli italiani si indebitano per curarsi. Nel 2023 sono stati erogati oltre un miliardo di euro di prestiti per far fronte alle spese sanitarie. Il diritto alla salute, in Italia, non è garantito: il 34,4% di chi guadagna meno di 15mila euro l’anno è stato costretto a rivolgersi a strutture private. Oltre un milione e mezzo di famiglie sono andate in difficoltà economica a causa di spese sanitarie non previste o non adeguatamente coperte dal servizio pubblico. E alle disparità economiche si aggiungono quelle territoriali, con il Sud maggiormente penalizzato. È il risultato di anni di tagli, di liste d’attesa infinite, di un continuo definanziamento, prima a livello regionale e ora anche a livello nazionale, della sanità pubblica in favore di quella privata. Con il Governo Meloni a chi è povero non vengono nemmeno più garantite le cure. Il baratro dei diritti, con tanti saluti alla Costituzione e al principio universalistico della sanità pubblica.