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Expo, un laboratorio di idee per il lavoro

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Tiziano Treu  vice Presidente della 11^ Commissione Permanente – Lavoro, previdenza sociale racconta al quotidiano Europa l ’accordo milanese del 23 luglio sulla flessibilità del lavoro fra Cgil, Cisl e Uil e il Commissario all’Expo che è stato ritenuto positivo non solo in sé ma anche come possibile modello per il futuro. Questo è il senso della sperimentazione: che permette di testare le novità su un ambito limitato per verificare se e come funzionano onde trarne indicazioni più ampie. È un metodo particolarmente utile in materie incerte e controverse come le regole del mercato del lavoro. Tant’è in altri paesi è di uso generale. Per questo è importante che questa sperimentazione funzioni, come incoraggiamento anche al nostro legislatore. L’accordo è innovativo per vari aspetti. Anzitutto perché è territoriale: una dimensione poco esplorata da noi, ma ideale per sperimentare in materia di mercato del lavoro. L’intesa ha efficacia diretta solo per le parti stipulanti, Ex

Rappresentanza: accordo Sindacati - Confindustria

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Cgil, Cisl e Uil e Confindustria hanno raggiunto l'accordo sulla rappresentanza e la democrazia sindacale; con la firma infatti si stabiliscono nuove regole per misurare la rappresentatività delle varie organizzazioni sindacali e per dare certezza agli accordi. Una intesa attesa da decenni, che segna la fine degli accordi separati tra sindacati e Confindustria. «Un accordo storico, che mette fine ad una lunga stagione di divisioni»: questo il commento di Susanna Camusso , mentre il presidente Squinzi si è detto «molto soddisfatto. È un accordo storico perchè dopo sessantanni c'è un'intesa che regola i rapporti con cui avere contratti nazionali pienamente esigibili. In un momento di crisi questo è un segno tangibile della coesione tra le parti sociali per ritrovare la crescita che per noi è un imperativo assoluto». Il testo sottoscritto, oltre a definire le modalità con cui misurare la rappresentanza delle organizzazioni sindacali, determina le regole con cui valid

Da oggi è in vigore la riforma del mercato del lavoro

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Oggi entra in vigore la riforma del lavoro. E, proprio alla vigilia della sua entrata in vigore, sono arrivate anche le modifiche, concordate dai partiti di maggioranza nei giorni scorsi ed inserite nel decreto legge sviluppo. Le novità principali della riforma riguardano l'articolo 18, il sistema degli ammortizzatori sociali e l'insieme dei contratti di lavoro. Il Post ne fa una buona sintesi qui . Le modifiche approvate nei giorni scorsi , frutto anche di un "avviso comune" tra Confindustria e sindacati, riguardano invece gli intervalli tra un contratto stagionale e l'altro, le false partite Iva, le regole sulla mobilità e le aliquote contributive per i parasubordinati. Secondo Cesare Damiano , già Ministro del Lavoro del Governo Prodi, le correzioni "fanno compiere un passo avanti alla riforma del mercato del lavoro; ora dobbiamo affrontare la questione degli esodati con il decreto sulla spending review".

Lavoro, Bersani: senza accordo non scontato il sì del Pd

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Il Ministro Elsa Fornero manifesta ottimismo sul cammino della riforma del welfare. L'agenda degli incontri è tracciata: giovedì alle 18 ci sarà una nuova riunione con le parti sociali (la quinta dall'inizio dell'apertura del dossier) che affronterà il tema dei contratti d'ingresso e degli ammortizzatori. Il tema della flessibilità in uscita sarà invece sul tavolo nell'incontro che si terrà il 1 marzo. La volontà del governo di procedere, ribadita dallo stesso Mario Monti Vi proponiamo l'intervista al Tg3 delle 19.00 di ieri, in cui Pierluigi Bersani affronta, oltre al tema della riforma del mercato del lavoro, anche lo scenario del dopo Monti. Dice il segretario del Pd Bersani: «Non condivido la tesi di andare avanti anche senza accordo. Se non ci sarà accordo, il Pd valuterà in Parlamento quel che viene fuori sulla base delle nostre proposte» Pier Luigi Bersani, al Tg3, spiega che il sì del Pd alla riforma del lavoro non sarà scontato in assenza di ac

Tempo scaduto

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Era il 21 settembre 2011. Il presidente degli industriali, Emma Marcegaglia , e i leader di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, si incontrarono per proporre al Governo una serie di misure fondamentali per il rilancio della crescita come la riforma fiscale e l'abbassamento delle tasse per i lavoratori dipendenti. L'accordo era stato in quei mesi l'unico segnale positivo, di fiducia, sul quale puntare per avviare una nuova fase di concertazione e di ricostruzione del paes e. Da allora il nulla. Il Governo non ha mai risposto alle parti sociali, tanto meno al presidente degli industriali, Emma Marcegaglia. 18 Ottobre 2011: a 30 giorni da quell'appuntamento, gli industriali ci hanno riprovato. Ieri le imprese hanno scritto al presidente del Consiglio dei ministri, Silvio Berlusconi, ed hanno elencato per l'ennesima volta le mancanze del governo lanciando l'ennesimo grido d'allarme:   "L'Italia ha mezzi e ri

Sacconi contro 27 milioni di italiani

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"Altro che sorella acqua! Mi auguro che troveremo presto il modo di mettere in discussione il referendum sull'acqua". Evidentemente non soddisfatto dall'avere fatto introdurre a tutti i costi nella manovra economica la possibilità di rendere più facili i licenziamenti, il Ministro Sacconi ha individuato ieri la sua nuova battaglia : demolire il risultato del referendum di giugno sull'acqua pubblica . Intervenendo ieri ad un convengo del centro studi di Confindustria, Sacconi ha individuato il problema che affligge l'Italia e non la fa crescere: il fatto che l'acqua sia ancora pubblica. Da qui il suo "impegno" a passare sopra la scelta espressa, solo pochi mesi fa, da 27 milioni di italiani, a favore di una migliore tutela della risorsa acqua , dell'aumento del controllo pubblico e per un grande piano di investimenti in questo campo. Il Ministro fa parte di un Governo che si vanta sempre di dover restare in carica per rispetto dell

Ridurre le tasse? Tremonti dice NO a Berlusconi

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" La crisi non è finita. Il tempo della prudenza non è finito. I fattori di instabilità che si sono manifestati 3-4 anni fa sono tutti in essere.  E sulla questione fiscale io la vedo un così: abbiamo alcuni vincoli, il primo è il bilancio. Non possiamo fare riforme in deficit, non possiamo fare una riforma che crea deficit. Dobbiamo trovare i soldi senza scassare i conti perchè ciò porterebbe ad aumentare tasse. E io sono un po' all'antica, non ho intenzione di tassare la prima casa e il risparmio delle famiglie". Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, nell'intervento al convegno dei giovani di Confindustria, chiude così alla possibilità di una riforma del fisco ventilata dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. La promessa del Premier è durata lo spazio di poche ore...

L'Italia arranca. E continuano a far credere di poter abbassare le tasse

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Un'industria schiacciata tra recessione violenta e ripresa ancora lenta, con la produzione calata del 17% in tre anni. Un sistema che perde quota nella classifica dei Paesi produttori e che mostra un`attività manifatturiera meno redditizia. Il rapporto sugli scenari industriali del Centro studi di Confindustria , mette in evidenza le posizioni perdute dall'Italia : mentre i Paesi emergenti asiatici (India e Corea del Sud) risalgono la classifica e ci superano,  l'Italia scende dal quinto al settimo posto nel mondo , mentre resta seconda in Europa dietro la Germania. Sempre a proposito di crisi e di economia, Silvio Berlusconi ha firmato un impegno a Bruxelles per ridurre il deficit pubblico e anzi azzerarlo entro il 2014. Nella carte del governo, presentate in Parlamento e votate da deputati e senatori, è scritta nero su bianco la dimensione della manovra da approvare per ottenere questo risultato . Ma il presidente del Consiglio continua a prendere in giro gli ital

Fiat: sì agli investimenti, no agli strappi sulle regole

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Fabbrica Italia prospetta importanti potenzialità di lavoro, reddito, qualità sociale per i territori direttamente interessati e per il nostro paese. Gli investimenti previsti, in larga misura indefiniti ed incerti, sono preziosi, irrinunciabili , a Torino come a Pomigliano, tanto più in una fase di prospettive anemiche di crescita e di occupazione. Sul piano delle regole della rappresentanza e della democrazia si compiono invece strappi ingiustificabili, mentre non si fa alcun passo avanti per la partecipazione dei lavoratori nell’impresa. Non sono accettabili illusorie scorciatoie – quali la fuoriuscita dal sistema confederale di rappresentanza – volte a negare diritti di rappresentanza ai sindacati che, attraverso il voto e gli iscritti, nelle forme autonomamente decise dagli accordi interconfederali, rappresentano lavoratori. Il conflitto sorto intorno alle vicende di “Fabbrica Italia” si sarebbe potuto ridimensionare in presenza di un governo impegnato a sostenere i profondi p

Nubi nere

Ieri Emma Marcegaglia , presidente di Confindustria, ha tracciato un bilancio di questa estate appena conclusa, dicendo che l'Italia vive un momento di politica brutta , che per mesi ha parlato solo di amanti, di cognati e di appartamenti. Non è questo che ci interessa . Ha poi voluto ricordare che la crisi in atto nella maggioranza di governo non aiuta ad avere una concentrazione sui temi veri come il lavoro, l'occupazione, la crescita. Il nostro richiamo come Confindustria è continuo: basta litigare, basta occuparsi di beghe interne, occupatevi della crescita, del problema fiscale, di quello dell'occupazione e di ridurre la burocrazia. Facciamo le riforme serie che servono al Paese. A questo richiamo, si aggiungono le previsioni di oggi del centro studi di Confindustria, che prevede nubi nere per l'economia italiana sul fronte del fisco , del lavoro , del debito pubblico , dei consumi e della crescita . E intanto da 135 giorni il nostro paese non ha un Ministro