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La sfida di Obama “America, basta diseguaglianze”

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"We've got to set our eyes on the horizon." —President Obam a Il presidente Barack Obama promette all’America che userà «ogni minuto che manca alla fine della presidenza» per «sconfiggere le diseguaglianze che indeboliscono la classe media» e cosi facendo ricorda anche a noi un cardine del nostro impegno politico. Leggiamo dal sito del quotidiano La Stampa . Parlando da Galesburg in Illinois, dove nel 2005 pronunciò il primo discorso da senatore , Obama dice che i 7,2 milioni di posti di lavoro creati negli ultimi 40 mesi «non bastano» perché anche se l’America si è lasciata alle spalle la «Grande Recessione iniziata nel settembre 2008» il problema è che «la quasi totalità dell’aumento di entrate degli ultimi dieci anni è andata all’1% della popolazione» ovvero ai più ricchi.  «In media i ceo dal 2009 hanno avuto una crescita dei profitti del 40 per cento mentre la media degli americani guadagna meno rispetto al 1999» lamenta il presidente, affermando che il risult

Al Senato USA vince la lobby delle armi

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"Oggi è una giornata vergognosa per Washington". Non ha usato mezze parole ieri , Barack Obama, per manifestare la sua indignazione, dopo il nuovo trionfo della lobby delle armi in Amercia, che ha fatto saltare l'accordo bipartisa per introdurre controlli sulla vendita di armi. E' un colpo duro per Obama e per tutti coloro che si sono battuti - anche sul fronte repubblicano - per arginare la catena delle stragi in America . Non è bastato neppure l'appello accorato di una delle madri di quei venti bambini uccisi a Newtown, nel Connetticut, nella più folle delle carneficine recenti alle quali ha dovuto assistere l'America. Ad essere bocciato, al Senato USA, è stato il disegno di legge che doveva rendere obbligatori controlli molto elementari e di buon senso ; non un divieto o una restrizione generale, ma "semplicemente" il dovere per l'armaiolo di consultare la banca dati federale sui precedenti penali o di malattia mentale dell'acqui

"America, sulle armi è tempo di agire"

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«Parlare per me è molto difficile, ma devo dire una cosa importante». L’ex deputata statunitense Gabrielle Giffords ha iniziato con queste parole il suo intervento dello scorso 30 gennaio , quando si è presentata inaspettatamente a un’audizione della commissione Giustizia del Senato, che iniziava quel giorno la discussione di una nuova legge per il controllo delle armi . La Giffords è sopravvissuta a un attentato durante un suo comizio l’8 gennaio 2011 a Tucson (Arizona), dopo essere stata per molto tempo in pericolo di vita . Ancora oggi ha difficoltà nell'articolare con chiarezza i pensieri e le parole, eppure non ha voluto mancare questo appuntamento, dove ha pronunciato un breve intervento per sostenere l’importanza di fare qualcosa per fermare la violenza provocata dall’uso delle armi da fuoco in America. Il suo discorso era scritto su un foglietto, la cui foto ha fatto il giro del mondo, perchè testimonia proprio la difficoltà della Giffords a leggere e a parlare.

"America, proteggiamo i nostri figli"

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"Proteggere i nostri figli è il primo compito di una società e non è un tema che può dividerci. Io amo il mio Paese e voglio che tutti siano felici e si sentano sicuri". Con queste parole ieri Barack Obama ha presentato i suoi progetti per contrastare la violenza in America generata dal facile accesso alle armi. 23 decreti, che vanno dal bando sulle armi automatiche ai caricatori di proiettili, passando per l'obbligo di controlli sull'identità e sui precedenti degli acquirenti di armi. Un mix di misure immediatamente esecutive e altre che, per diventarlo, dovranno passare dal voto del Congresso, fortemente a rischio per la presenza della influentissima lobby (trasversale) delle armi . Obama lo sa bene. "Queste saranno riforme difficili", ha detto ieri. "Si opporranno lobbisti e politici, che non vogliono perdere consensi e guadagni. Dietro le quinte opereranno perché nulla cambi. Rispetto le nostre forti tradizioni sul possesso delle armi, ma

"America, dobbiamo cambiare"

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Mario Tama/Getty Images - dal sito de Il Post Domenica sera Barack Obama è stato a Newtown, Connecticut. Ha partecipato alla veglia che ha ricordato i 20 bambini e i 6 adulti uccisi nella scuola di Sandy Hook da Adam Lanz a, un ragazzo di vent’anni originario del New Hampshire (noi ne abbiamo parlato qui , mentre le ultime notizie sull'inchiesta le potete leggere qui ). Nel corso del suo intervento, Obama ha voluto affrontare il grande tema in discussione in questi giorni in America, rispetto alla facilità a procurarsi delle armi , anche a causa della potentissima lobby delle armi stesse, che è sempre riuscita, finora, a impedire qualunque decisione sull'introduzione di limiti alla vendita. Obama ha iniziato il suo discorso più da papà, che da Presidente, parlando dei bambini, e delle responsabilità degli adulti nei loro confronti ... ogni genitore sa che non c’è niente che non faremmo per proteggere i nostri figli dal male. E tuttavia, sappiamo che con il loro p

Four more years: l'America sceglie ancora Barack Obama

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la foto su twitter che ha annunciato la vittoria di Barack Obama Sono le 5.15 del mattino in Italia, quando arrivano i dati che confermano la vittoria in Ohio. Barack Obama ha vinto le elezioni presidenziali degli Stati Uniti, ottenendo così un secondo mandato di quattro anni. Obama ha sconfitto Mitt Romney , ex governatore del Massachusetts e candidato del partito repubblicano, che ha atteso oltre un'ora per chiamare Obama e rinoscere la propria sconfitta ; poi ha preso la parola a Boston e si è congratulato con Obama, augurandogli buon lavoro. Tra gli Stati considerati stati in bilico, Obama ha vinto in Pennsylvania, Virginia, Iowa, Colorado, Wisconsin, Nevada e Ohio, garantendosi 303 grandi elettori , ben oltre i 270 necessari per vincere, ed è in vantaggio anche in Florida, così da portare a 332 il numero di grandi elettori a suo sostegno . Gli unici stati persi da Obama rispetto al 2008 sono stati Indiana e North Carolina. E, contrariamente a quello che si temeva ini

Riforma sanitaria: la storica vittoria di Barack Obama

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"Oggi non è un vittoria di questa o quella parte politica, oggi ha vinto il popolo americano . Trenta milioni di cittadini sprovvisti di assistenza avranno diritto alle cure mediche. "Non potranno più negare l'assicurazione a vostro figlio perché ha avuto una malattia, come accadeva finora". Con queste parole, giovedì sera, Barack Obama ha commentato, dalla Casa Bianca, la sentenza della Corte suprema degli Stati Uniti che ha sancito la costituzionalità della sua riforma sanitaria. E' davvero una grande, storica vittoria per questo presidente. Tanto più importante, perché quasi insperata, anche perchè la sentenza è stata pronunciata da una Corte Suprema dove dominano i giudici nominati dai presidenti repubblicani, da sempre contrari a qualunque intervento statale in campo sanitario. La riforma sanitaria era un traguardo inseguito da tanti altri presidenti democratici prima di lui, ultimo Bill Clinton, ma nessuno era riuscito a raggiungerlo. Una trenti

"Giustizia è fatta"

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Questa notte posso riferire alla gente d’America e al mondo che gli Stati Uniti hanno portato a termine un’operazione in cui è stato ucciso Osama Bin Laden , il leader di Al Qaida, un terrorista che è responsabile dell’omicidio di migliaia di uomini, donne e bambini innocenti. Sono passati quasi dieci anni da quel giorno luminoso di settembre oscurato dal peggiore attacco della nostra storia contro americani. Le immagini dell’11 settembre sono scolpite nella nostra memoria nazionale. Oggi, sotto la mia direzione, gli Stati Uniti hanno lanciato un’operazione mirata contro quel rifugio ad Abbottabad, in Pakistan. Una piccola squadra di americani ha portato a termine l’operazione con coraggio e capacità straordinarie. La morte di Bin Laden segna il risultato significativo nell’impegno della nostra nazione di sconfiggere Al Qaida. Dobbiamo anche riaffermare anche che gli Stati Uniti non sono in guerra con l’Islam e non lo saranno mai. Così ieri, il Presidente Barak Obama, nel suo