La sfida di Obama “America, basta diseguaglianze”
"We've got to set our eyes on the horizon." —President Obama
Il presidente Barack Obama promette all’America che userà «ogni minuto che manca alla fine della presidenza» per «sconfiggere le diseguaglianze che indeboliscono la classe media» e cosi facendo ricorda anche a noi un cardine del nostro impegno politico.
Leggiamo dal sito del quotidiano La Stampa.
Parlando da Galesburg in Illinois, dove nel 2005 pronunciò il primo discorso da senatore, Obama dice che i 7,2 milioni di posti di lavoro creati negli ultimi 40 mesi «non bastano» perché anche se l’America si è lasciata alle spalle la «Grande Recessione iniziata nel settembre 2008» il problema è che «la quasi totalità dell’aumento di entrate degli ultimi dieci anni è andata all’1% della popolazione» ovvero ai più ricchi.
«In media i ceo dal 2009 hanno avuto una crescita dei profitti del 40 per cento mentre la media degli americani guadagna meno rispetto al 1999» lamenta il presidente, affermando che il risultato è «la crescita di diseguaglianze che non sono solo moralmente sbagliate ma danneggiano anche l’economia».
Nelle parole del presidente c’è l’ammissione che il rilancio del Pil, la creazione dei posti di lavoro e i record degli indici di Wall Street sono risultati amari perché «la differenza di opportunità è aumentata» anche da quando lui è arrivato alla Casa Bianca e ciò «mina l’essenza stessa di questa Nazione».
Nelle parole del presidente c’è l’ammissione che il rilancio del Pil, la creazione dei posti di lavoro e i record degli indici di Wall Street sono risultati amari perché «la differenza di opportunità è aumentata» anche da quando lui è arrivato alla Casa Bianca e ciò «mina l’essenza stessa di questa Nazione».
L’accento di autocritica è rivolto all’elettorato della classe media che nel 2012 lo ha riconfermato in massa alla Casa Bianca ma mostra un crescente scontento per le difficoltà che rimangono. La cartina tornasole di tale sentimento degli elettori è nel recente sondaggio Marist-McClatchy che assegna a Obama appena il 41 per cento di popolarità - il secondo peggiore di sempre - che scende al 37 nell’apprezzamento della gestione dell’economia.
DoppiaM