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La sfida di Obama “America, basta diseguaglianze”

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"We've got to set our eyes on the horizon." —President Obam a Il presidente Barack Obama promette all’America che userà «ogni minuto che manca alla fine della presidenza» per «sconfiggere le diseguaglianze che indeboliscono la classe media» e cosi facendo ricorda anche a noi un cardine del nostro impegno politico. Leggiamo dal sito del quotidiano La Stampa . Parlando da Galesburg in Illinois, dove nel 2005 pronunciò il primo discorso da senatore , Obama dice che i 7,2 milioni di posti di lavoro creati negli ultimi 40 mesi «non bastano» perché anche se l’America si è lasciata alle spalle la «Grande Recessione iniziata nel settembre 2008» il problema è che «la quasi totalità dell’aumento di entrate degli ultimi dieci anni è andata all’1% della popolazione» ovvero ai più ricchi.  «In media i ceo dal 2009 hanno avuto una crescita dei profitti del 40 per cento mentre la media degli americani guadagna meno rispetto al 1999» lamenta il presidente, affermando che il risult

Africa, il continente della speranza

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In plateale controdendenza rispetto all'andamento generale, l'economia dell'Africa è in pieno boom . Lo dicono i dati dell'OCSE, che prevede una crescita di oltre il 5% per il continente africano. In crescita sono le economie di Ghana, Nigeria, Angola, Kenia, Togo, Congo, Mozambico. L'Africa è un continente "performante", diconono gli economisti. E all'Africa l'Economist ha voluto dedicare una sua copertina. Ma non è sempre tutto oro quello che luccica: l'Africa cresce, è vero, ma è una crescita fragile e disuguale, legata principalmente alle materie prime. Quindi la crescita è un'opportunità e un rischio, per l'intero continente : c'è infatti il pericolo che aumentino i benestanti, ma anche i più poveri, proprio a causa degli antichi mali dell'Africa, ovvero la corruzione e le disuguaglianze. A questo tema ieri Repubblica ha dedicato un interessante approfondimento, che trovate qui .

La scomparsa del ceto medio

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Un paese sviluppato ma con gravi disuguaglianze, dove il 45% della ricchezza italiana è in mano al 10% delle famiglie. E' questa la fotografia dell'Italia 2010 fatta da Bankitalia . Un paese che si allontana dai modelli europei come Francia e Germania, dove le ricchezze sono ridistribuite, per allinearsi al modello anglosassone dove lo stimolo alla crescita è dato dalle leve sulle disuguaglianze. Nonostante l'Italia faccia parte dell'Europa, sembra non voler perseguire quei modelli virtuosi di welfare, di stato sociale, dei paesi scandinavi e neanche quelli in misura minore attuati, come detto in precedenza, da Germania e Francia, dove le ricchezze sono ridistribuite e l'economia cresce facendo crescere tutti i cittadini. DoppiaM