"America, proteggiamo i nostri figli"


"Proteggere i nostri figli è il primo compito di una società e non è un tema che può dividerci. Io amo il mio Paese e voglio che tutti siano felici e si sentano sicuri".

Con queste parole ieri Barack Obama ha presentato i suoi progetti per contrastare la violenza in America generata dal facile accesso alle armi.

23 decreti, che vanno dal bando sulle armi automatiche ai caricatori di proiettili, passando per l'obbligo di controlli sull'identità e sui precedenti degli acquirenti di armi. Un mix di misure immediatamente esecutive e altre che, per diventarlo, dovranno passare dal voto del Congresso, fortemente a rischio per la presenza della influentissima lobby (trasversale) delle armi.

Obama lo sa bene. "Queste saranno riforme difficili", ha detto ieri. "Si opporranno lobbisti e politici, che non vogliono perdere consensi e guadagni. Dietro le quinte opereranno perché nulla cambi. Rispetto le nostre forti tradizioni sul possesso delle armi, ma serve un cambiamento. Serve da parte nostra un esame di coscienza. Ogni giorno che aspettiamo ad agire aumenta il numero delle vittime".

Obama ha scelto di firmare i decreti circondato da un gruppo di bambini, perchè erano stati proprio tanti bambini, all'indomani della strage del Connecticut, a scrivere alla Casa Bianca chiedendo a Obama di fare qualcosa per evitare che accadano altre stragi.

L'immagine, trasmessa da tutte le principali tv Usa, dà il senso della svolta che propone Obama al suo paese, proprio all'inizio del suo secondo mandato.

Anche se in sei Stati - Wyoming, Alabama, Missouri, Montana, Texas, South Carolina - le autorità di polizia locali hanno già annunciato che ignoreranno qualsiasi legge per limitare l'accesso alle armi imposta dalla Casa Bianca.

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