Al Senato USA vince la lobby delle armi
"Oggi è una giornata vergognosa per Washington".
Non ha usato mezze parole ieri , Barack Obama, per manifestare la sua indignazione, dopo il nuovo trionfo della lobby delle armi in Amercia, che ha fatto saltare l'accordo bipartisa per introdurre controlli sulla vendita di armi.
E' un colpo duro per Obama e per tutti coloro che si sono battuti - anche sul fronte repubblicano - per arginare la catena delle stragi in America. Non è bastato neppure l'appello accorato di una delle madri di quei venti bambini uccisi a Newtown, nel Connetticut, nella più folle delle carneficine recenti alle quali ha dovuto assistere l'America.
Ad essere bocciato, al Senato USA, è stato il disegno di legge che doveva rendere obbligatori controlli molto elementari e di buon senso; non un divieto o una restrizione generale, ma "semplicemente" il dovere per l'armaiolo di consultare la banca dati federale sui precedenti penali o di malattia mentale dell'acquirente.
Sembrava che almeno questa modesta proposta avesse raggiunto il quorum dei voti, grazie a un'intesa bipartisan. L'avevano promossa i leader democratici e repubblicani del Senato. Barack Obama ci aveva messo il cappello sopra, benedicendo dalla Casa Bianca quella convergenza parlamentare. Ma la National Rifle Association (Nra), la lobby della rmi, non si era arresa e al momento dlela chiamata nominativa, nel voto palese molti senatori hanno cambiato idea.
Newtown, Connecticut, è stata un'altra strage inutile. "Non finisce qui", ha promesso Obama, "la mia Amministrazione farà di tutto contro la violenza".