PD, serietà e patriottismo

Perché gli Italiani dovrebbero votare PD? Lo sintetizzo in due parole. La prima è serietà. Quella di una classe dirigente radicata e preparata. 

La serietà dell’unico grande partito che ha sostenuto con lealtà il Governo Draghi, mentre gli altri lo hanno affossato. 

A Monza, domenica scorsa, con 500 Sindaci da tutta Italia abbiamo detto al Paese questo: noi non sventoliamo con supponenza il vessillo della competenza, ma sappiamo amministrare in modo responsabile e attento ai bisogni dei cittadini. 

Penso alla sfida epocale del PNRR, per nessuna ragione al mondo possiamo permetterci di perdere questa opportunità. Le ambiguità della destra sul Piano sono preoccupanti: il rischio di perdere miliardi per la pretesa di rinegoziare gli accordi con Bruxelles c’è. Va sventato. 

La seconda parola è patriottismo. Quello di chi persegue l’interesse della nazione ben sapendo che esso passa dall’Europa. Europeismo è patriottismo. Credibilità è patriottismo. Reputazione internazionale è patriottismo. Chi fa impresa lo sa. Attenzione: la difesa della patria attraverso il ritorno al sovranismo e al nazionalismo è il più grande inganno di questa epoca. Noi siamo orgogliosamente e ostinatamente dall’altra parte. 

Per il PD serve una proposta seria. E la nostra è netta: giù le tasse sul lavoro in misura radicale, come chiede Confindustria da tempo. E poi semplificazione, semplificazione, semplificazione. Oggi con la tecnologia si possono by-passare passaggi anacronistici. Penso al sistema saldo-acconto per partite Iva, autonomi e liberi professionisti, da sostituire con l’autoliquidazione mensile delle imposte. Alle detrazioni fiscali, che vogliamo trasformare in trasferimenti diretti sui conti
correnti dei contribuenti. O ancora: al rafforzamento della normativa sull’equo compenso delle partite Iva, specie quando il committente è la PA, o al superamento del minimo contributivo Inps per gli autonomi under35. 

Penso di convincere gli indecisi con il linguaggio della verità. Dopo le terribili crisi di questi anni l’Italia si stava rialzando. Conte, Salvini e Berlusconi hanno buttato giù Draghi nel pieno di una gravissima emergenza, internazionale ed energetica. Il PD in questi anni è molto cambiato, ha capito gli errori del passato e oggi ha un  programma forte e solido sulla protezione sociale, il lavoro, i diritti. E propone un piano credibile per rimediare subito agli aumenti folli delle bollette di questi mesi che ricadono su imprese e famiglie. 

L’ex Ministro Provenzano ha impresso un’impronta moderna alle politiche per il Sud. Ed è soprattutto grazie al PD e ad Articolo I che siamo riusciti ad ottenere la clausola del 40 per cento dei fondi del PNRR per il Sud. A Taranto anche di questo abbiamo parlato, se non riparte il Sud non c’è futuro per l’Italia. Basta anche a un approccio meramente assistenzialista o alle pulsioni ribelliste. Al Sud serve lavoro, lavoro, lavoro. Per i giovani e le donne, prima di tutto. Noi proponiamo la defiscalizzazione completa delle assunzioni per gli under 35,  stop alla vergogna degli stage non pagati, il superamento del Jobs Act per combattere il lavoro precario e povero. È il Paese, lo Stato, che hanno bisogno dei ragazzi e delle ragazze del Sud, non viceversa. 

Se il Sud continua a restare indietro, è l’Italia che si condanna al declino. L’autonomia differenziata nel progetto della destra punta a spaccare il Paese, noi diciamo parole chiare: prima i Lep, trasporti, sanità, assistenza a disabili e anziani, asili nido e il superamento delle spesa storica, prima la perequazione. E comunque no alle differenziazioni sui grandi pilastri della cittadinanza, a partire dalla scuola.

Enrico Letta, Segretario del Partito Democratico

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