Direzione PD, avanti con l’agenda sociale
Il Vicesegretario del PD Peppe Provenzano, nel suo intervento in Direzione Nazionale, ha concordato con l’impianto e le proposte del Segretario Enrico Letta.
Ha sottolineato che “negli ultimi anni due volte è cambiata la storia, con la pandemia e con la guerra, e noi ci siamo trovati entrambe le volte dalla parte giusta. Dobbiamo guardare al dopo, che non può avere il volto di una nuova guerra fredda. La risposta è nella meta e nel nome, come ha detto il Segretario Letta: l’Europa.”
Provenzano ha poi richiamato la sua missione in America Latina “ho incontrato i principali leader progressisti e ho colto una grande ‘attesa’ nei confronti dell’Europa e di un nuovo multilateralismo. L’Europa non può deludere quelle aspettative, ricordando sempre che la sua identità è coniugare libertà e uguaglianza. Dobbiamo sventolare la bandiera della democrazia e dei diritti umani, con maggiore coerenza. Guardando anche alle profonde asimmetrie che si stanno determinando nel mondo. Noi continuiamo a pagare il gas russo, e ci sono grandi aziende europee impegnate ad aggirare le sanzioni. Ma il grano fermo nei porti e il blocco dei fertilizzanti sta gettando milioni di persone nella fame dal Brasile all’Africa, con conseguenze dirette sul Mediterraneo.”
“Serve un’agenda sociale – ha poi aggiunto Provenzano – per affrontare un autunno difficile. Dobbiamo essere i più netti nell’affrontare le conseguenze sociali ed economiche della guerra. A cominciare dalla creazione di lavoro buono e stabile nelle transizioni, dobbiamo aggredire con forza la questione salariale non solo perché è giusto, ma perché così si aiuta l’economia. Questa è la nostra priorità di fronte all’inflazione. Nell’Agorà di aprile abbiamo avanzato proposte coraggiose. Non possiamo regalare la questione sociale a nessuno. Anche sul salario minimo, nell’ambito di un rafforzamento e allargamento della contrattazione collettiva, si può raggiungere una sintesi nella Commissione Lavoro del Senato, con una proposta unitaria delle forze progressiste.”