Imu ai ricchi o aumento dell'Iva?
Il PDL, ignorando ogni dato di realtà sui conti pubblici, si è impuntato su abolire l'Imu a tutti; dopo aver accettato, suo malgrado, di finanziare l'istruzione pubblica e di investire in cultura, da sempre due settori che la coalizione berlusconiana ha trattato come bancomat, il PDL è riuscito purtroppo a ottenere l'abolizione dell'Imu per tutti.
Ma la partita non è finita. Perché per far quadrare il bilancio (finanziare la cassa integrazione, le missioni all'estero e non sforare il 3% di deficit), a questo punto si rende necessario confermare l'aumento di un punto dell'Iva. Un aumento che colpisce tutti, indiscriminatamente.
Il Partito Democratico vuole aprire su questo punto una riflessione, e lo fa tramite Stefano Fassina, già responsabile economia e lavoro del partito, e ora viceministro dell'Economia.
I vostri conti dicono che non c`è proprio nessuno spazio per evitare l`aumento dell`Iva dal 1° di ottobre?
«Evitare l'incremento dell'Iva sarebbe auspicabile, e dobbiamo fare in modo di riuscire in questo intento. Ma dobbiamo essere realisti, lo spazio finanziario che abbiamo a disposizione implica delle scelte: non siamo nelle condizioni di affrontare, tutte insieme e senza selezionare, il rinvio dell'aumento Iva, l'intervento sull'Imu, il reperimento delle risorse aggiuntive per finanziare la cassa in deroga, i fondi necessari alle missioni internazionali e l'intervento per tenere l'indebitamento sotto il 3% del Pil».
Quanti soldi ci vogliono, da qui a fine 2013, per tutti questi capitoli?
«Secondo un calcolo fatto per grossi numeri, circa 5 miliardi di euro. E vorrei ricordare che l'impegno di tenere il deficit sotto il 3% non è un capriccio di Saccomanni o del premier Letta, ma è un impegno preso dal governo Berlusconi nel 2011. Adesso non si può scaricare il barile sui ministri e sull'esecutivo».
Quindi ritorna in ballo l'Imu. Cosa propone il viceministro Fassina?
«Io ritengo che si potrebbe confermare l'eliminazione dell'Imu per il 90% delle prime abitazioni, e lasciarlo sul 10% rimanente, che sono le abitazioni di maggior valore. Con quelle risorse si può recuperare un miliardo per evitare l`aumento dell`Iva il primo ottobre, ma io dico che modulando bene questa modifica noi possiamo trovare anche un altro miliardo per garantire la deducibilità dell'Ira sui beni strumentali delle imprese, cioè i capannoni industriali o le botteghe degli artigiani per capirci».
In base a cosa dividete i contribuenti in un 90% e un 10%? Di chi stiamo parlando esattamente?
«Mi riferisco alle tabelle e ai documenti del ministero, che individuano un 10% di prime abitazioni di maggior pregio. Parliamo di una platea complessiva di 23 milioni di contribuenti, e va ricordato che già il 25% delle famiglie noti paga l'Imu, grazie alla detrazione di 200 curo più 50 per ciascun figlio. Il punto è soprattutto politico, le scelte devono basarsi su due criteri: l'equità e il sostegno ai produttori anziché alla rendita».
Qui l'intervista completa.
http://www.partitodemocratico.it/doc/260240/fassina-il-pdl-scelga-niente-aumenti-se-ritorna-limu-sui-ricchi.htm