Bersani al primo incontro con i parlamentari PD



"L'elettorato chiede un grande cambiamento. È una richieste che non viene solo dal M5S, ma anche da chi ha votato Pd".

Così ha esordito il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, alla prima riunione degli eletti del Pd che si è tenuta ieri al teatro Capranica. Sono 408 i neo-parlamentari del Partito democratico, di cui 260 alla prima esperienza. Le donne, come preannunciato in campagna elettorale, sono il 40%.

"In questo momento responsabilità è cambiamento - ha proseguito Bersani -. Non si possono mettere precari coperchi a una pentola a pressione in mezzo a una crisi che galoppa" perché "il cambiamento non è un belletto", ha sottolineato, parlando di temi come "moralità pubblica, funzionamento e credibilità' delle istituzioni".

"Questa terapia non è un programma di legislatura - ha rimarcato, riferendosi alla proposta di governo in 8 punti - ma si tratta di punti su cui innescare idee per aprire la legislatura su temi concreti e non su chiacchiere. Non si poteva farlo prima, ora si può".

Per il segretario del Pd, però, "il cambiamento va qualificato, e lo può prospettare solo un grande partito riformista come il nostro. Grillo vuol tenersi le mani libere non per l'Italia, ma per qualcosa che si chiama potere. Noi, invece, facciamo l'inverso. Quel tanto di potere che abbiamo, lo mettiamo al servizio di questo Paese e cerchiamo una strada".

Per Bersani, contro la proposta di un governo di cambiamento "arriveranno degli sbarramenti, a cominciare da chi pensa di tenersi libere le mani" ha detto Bersani riferendosi a Beppe Grillo, che ha poi definito "un novello principe in formazione" che "non e' mai sazio".

Il segretario del Pd ha però criticato chi dice "con loro nemmeno un caffè" poiché, è la riflessione, "sbaglieremmo se catalogassimo questo movimento solo nelle paratie del 5 stelle, perché coinvolge tantissimi dei nostri elettori". 

"Non abbiamo ancora capito - si è chiesto Bersani - se il Movimento 5 Stelle si è volto verso le istituzioni per farne una cassa di risonanza di altri luoghi o per per trasformare le stesse istituzioni. Ma tutti quanti devono riflettere: chi lavorasse per azzoppare l'unica forza in condizione di mettere un po' di bussola in questo passaggio non so che bene fa al Paese".

Il segretario ha concluso il suo intervento chiarendo che "quando si discute degli incarichi istituzionali non si fa scambio di poltrone, visto che si tratta di un compito costituzionale". "Questo non c'entra con il governo - ha precisato -, attorno a questi incarichi lavoriamo per una corresponsabilità".

"Alla fine di questa riunione - ha annunciato il segretario democratico -, il Pd nominerà due piccole delegazioni, una alla Camera ed una al Senato, per avviare dei 'colloqui' con gli altri gruppi in vista delle elezioni dei presidenti di Camera e Senato, venerdì prossimo".


Per quanto riguarda il finanziamento ai partiti chi ha seguito i lavori della Direzione nazionale del Pd sa bene che il tema del finanziamento ai partiti è ben compreso negli otto punti approvati all'unanimità.

Siamo intenzionati e pronti a rivedere il finanziamento ai partiti, dentro a norme che riguardino anche essenziali garanzie di trasparenza e di democrazia nella loro vita interna. In una democrazia costituzionale una formazione politica che si presenta alle elezioni per governare dovrà pur dare qualche garanzia democratica. O forse è questo un tema meno rilevante rispetto a quello dei finanziamenti?

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