Donne contro la mafia


Il 24 novembre ricorre il terzo anniversario dell'atroce omicidio di Lea Garofalo, "donna di mafia" colpevole di essere diventata collaboratrice di giustizia, il cui corpo è stato fatto scomparire sciogliendolo nell'acido proprio a Monza, nel quartiere San Fruttuoso.

Il 30 marzo di quest'anno la Corte d'Assise di Milano ha condannato al carcere a vita l'ex compagno della donna e gli altri 5 imputati.

Leggiamo dal Corriere della Sera

L'ergastolo con l'isolamento diurno di un anno, è stata inflitta a Giuseppe Cosco, Rosario Curcio e Massimo Sabotino. Per la figlia di Lea Garofalo, Denise, che si è costituita parte civile contro il padre, Carlo Cosco, è stato disposto un risarcimento di 200.000 euro. I giudici della Corte d'Assise di Milano si sono riuniti in camera di consiglio per emettere la sentenza del processo per il sequestro e l'omicidio della testimone di giustizia che venne uccisa e sciolta nell'acido il 24 novembre del 2009.

Lea Garofalo godeva di un programma di protezione testimoni e viveva in una località protetta, ma aveva scelto di riunciarvi per poter stare vicina alla figlia Denise. Appunto per parlare delle sue scelte scolastiche aveva accettato un appuntamento con il padre della ragazza a Milano: l'uomo però, secondo l'accusa, la fece rapire dai suoi complici, che la portarono in un'area fuori mano a San Fruttuoso (Monza), la torturarono per farla parlare, la uccisero e sciolsero il cadavere nell'acido.

IN AULA
In Tribunale è arrivato anche don Luigi Ciotti, presidente della storica associazione antimafia Libera. Davanti all'aula della prima corte d'assise, ad attendere la sentenza, c'è anche Nando Dalla Chiesa, figlio del generale Carlo Alberto, ucciso dalla mafia e l'attore e consigliere regionale Giulio Cavalli. Oltre ad alcuni parenti sono poi presenti i ragazzi di Libera che hanno spesso seguito le varie udienze del processo e gli studenti di Nando Dalla Chiesa, anche professore universitario. Anche il presidente del consiglio comunale Basilio Rizzo è presente al palazzo di giustizia per la lettura della sentenza.

IL CORAGGIO DELLA FIGLIA
«Il fatto più importante oggi è che una giovane ragazza a cui hanno ucciso la mamma ha avuto il coraggio di essere testimone di giustizia. Ha rotto la paura e l'omertà e ha portato il suo contributo a scrivere una pagina di giustizia e verità». È questo il pensiero che Denise, la figlia di Lea Garofalo, ha espresso attraverso il suo legale Vincenza Rando. La ragazza ventenne ha atteso nascosta per motivi di sicurezza, la sentenza di condanna. Il legale, emozionato, ha sottolineato l'intelligenza e il coraggio di Denise, che si è costituita parte civile contro il padre imputato nel processo e sottolineato che il Paese deve essere orgoglioso di una ragazza come lei.

IERI LA SVOLTA
La vicenda di Lea Garofalo ha avuto una svolta proprio ieri. Le indagini infatti sono andate avanti anche dopo la sentenza e proprio ieri, appunto, si è scoperto che Lea Garofalo non è stata sciolta nell’acido, ma bruciata e sepolta in un campo in Brianza. Hanno già trovato le ossa e alcuni oggetti: si attende l’esame del Dna, ma sembra certo che si tratti proprio di Lea. Lo ha raccontato bene La Stampa (qui l'articolo).

Libera Monza e Brianza organizza una iniziativa, che,
oltre al coinvolgimento delle scuole il 23 mattino,
prevede sabato 24 pomeriggio a Monza - San Fruttuoso,
due momenti di commemorazione e incontro.


DoppiaM

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