Solo contro tutti
E la tanto attesa riforma della legge elettorale stenta a realizzarsi.
Quella legge ideata dall'ex ministro leghista Roberto Calderoli, da lui stesso definita come “una porcata”, fortemente voluta da Silvio Berlusconi che arrivò addirittura a minacciare la crisi di governo nel caso non fosse stata approvata la riforma.
Il cosiddetto porcellum, per intenderci, che non permette all'elettore di indicare preferenze sulla scheda. La stessa che delega ai partiti le nomine di Camera e Senato.
E un deputato, Roberto Giacchetti, del Partito Democratico che è da 36 giorni in sciopero della fame per chiedere l'approvazione di una nuova legge elettorale.
Ce lo racconta Repubblica con un'intervista di Roberto Giacchetti.
Quanto pensa di resistere ancora?
“Non lo so, però mi sono dato questo obiettivo: cessare lo sciopero della fame nel momento in cui il Porcellum sarà abolito almeno al Senato”.
Il democratico Roberto Giachetti da 36 giorni di fila non tocca cibo, si nutre con tre cappuccini al giorno, un paio di caffè, bicchieroni di Ace, quattro litri di acqua. Ha perso 16 chili. È al secondo sciopero, dopo i 35 giorni tra il 4 luglio al 9 agosto nel quale perse 13 chili. Negli ultimi tre mesi ha mangiato solo per venti giorni. Stringe letteralmente la cinghia dei pantaloni. I colleghi in Transatlantico lo alluvionano di battute, con un misto di ammirazione e sconcerto. Nel frattempo la nuova legge elettorale non ha fatto un passo avanti. “Resta il 30 per cento di chance che possa venir approvata”.
I suoi colleghi la prendono in giro: sei l'emblema di Messegué.
“Io le diete non le ho mai rette, ma questa è una battaglia politica, è diverso. Devi avere una cultura non violenta. Grandi motivazioni. E porti un obiettivo nel quale credere, una causa giusta. Certo, poi ci sono i momenti di fragilità, di sconforto”.
Mai sgarrato?
“Mai, nemmeno una nocciolina. Però dopo un po’ hai delle allucinazioni, e cominci a battagliare con te stesso. Potrei cedere, mai prenderei in giro me stesso”.
I momenti più difficili?
“La notte. Ho sempre dormito poco, ma ormai non supero le 3-4 ore: l’iperattivismo della giornata si riverbera anche durante il riposo. Quando è montata l’indignazione per il caso Fiorito, quando dicevano che la politica è solo un magna magna, lì m’è venuta voglia di mandare tutti a quel paese”.
I suoi cosa dicono?
“Vivo solo, ma cucino per i miei figli, di 19 e 17 anni. L’altro giorno un amico mi hanno visto al supermercato ed era convinto che avessi mollato, ma stavo facendo la spesa per i ragazzi. Mi sazio con gli occhi. Quel che ti pesa, passata la boa della prima settimana, non è tanto la fame, ma il venir meno delle energie: la mattina quando ti alzi dal letto hai la pressione sotto zero”.
Che regole si è dato?
“Ad esempio è sbagliato pensare di ingozzarsi di cibo prima, perché si dilata lo stomaco e i crampi dopo un po’ non ti danno tregua. Io sono partito mangiando pochissimo cinque giorni prima”.
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Quanto pensa di resistere ancora?
“Non lo so, però mi sono dato questo obiettivo: cessare lo sciopero della fame nel momento in cui il Porcellum sarà abolito almeno al Senato”.
Il democratico Roberto Giachetti da 36 giorni di fila non tocca cibo, si nutre con tre cappuccini al giorno, un paio di caffè, bicchieroni di Ace, quattro litri di acqua. Ha perso 16 chili. È al secondo sciopero, dopo i 35 giorni tra il 4 luglio al 9 agosto nel quale perse 13 chili. Negli ultimi tre mesi ha mangiato solo per venti giorni. Stringe letteralmente la cinghia dei pantaloni. I colleghi in Transatlantico lo alluvionano di battute, con un misto di ammirazione e sconcerto. Nel frattempo la nuova legge elettorale non ha fatto un passo avanti. “Resta il 30 per cento di chance che possa venir approvata”.
I suoi colleghi la prendono in giro: sei l'emblema di Messegué.
“Io le diete non le ho mai rette, ma questa è una battaglia politica, è diverso. Devi avere una cultura non violenta. Grandi motivazioni. E porti un obiettivo nel quale credere, una causa giusta. Certo, poi ci sono i momenti di fragilità, di sconforto”.
Mai sgarrato?
“Mai, nemmeno una nocciolina. Però dopo un po’ hai delle allucinazioni, e cominci a battagliare con te stesso. Potrei cedere, mai prenderei in giro me stesso”.
I momenti più difficili?
“La notte. Ho sempre dormito poco, ma ormai non supero le 3-4 ore: l’iperattivismo della giornata si riverbera anche durante il riposo. Quando è montata l’indignazione per il caso Fiorito, quando dicevano che la politica è solo un magna magna, lì m’è venuta voglia di mandare tutti a quel paese”.
I suoi cosa dicono?
“Vivo solo, ma cucino per i miei figli, di 19 e 17 anni. L’altro giorno un amico mi hanno visto al supermercato ed era convinto che avessi mollato, ma stavo facendo la spesa per i ragazzi. Mi sazio con gli occhi. Quel che ti pesa, passata la boa della prima settimana, non è tanto la fame, ma il venir meno delle energie: la mattina quando ti alzi dal letto hai la pressione sotto zero”.
Che regole si è dato?
“Ad esempio è sbagliato pensare di ingozzarsi di cibo prima, perché si dilata lo stomaco e i crampi dopo un po’ non ti danno tregua. Io sono partito mangiando pochissimo cinque giorni prima”.
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