Lombardia: ultimo atto?


Oggi è una giornata decisiva per il futuro della Lombardia.

In Consiglio Regionale, convocato ad oltranza fino ai prossimi giorni, dovrebbe essere approvata la legge elettorale, ultimo atto della legislatura, dopo la crisi causata dall'arresto dell'assessore Zambetti, le liti tra Lega, Pdl e Formigoni e la nascita della nuova giunta tecnica.

La seduta avrebbe dovuto già svolgersi ieri, ma l'attività del Consiglio è stata ostacolata dalla Lega Nord. I leghisti hanno infatti boicottato la legge elettorale per tentare di tirare in lungo.

L’accordo sulla nuova legge elettorale sembra ad un passo: via il listino, massimo due mandati per il presidente, premio di maggioranza; manca invece la condivisione sulla proposta del Pd per esprimere, in sede di voto, la doppia preferenza uomo-donna.

Tuttavia la partita tra Lega e Formigoni, sempre più ai ferri corti, lascia aperte molte incognite.

La posizione del Pd in ogni caso non cambia: bene se si riesce ad uscire venerdì con una nuova legge elettorale, ma comunque va scritta la parola fine su questa legislatura.

Una legislatura chiusa in anticipo comporta ovviamente una serie di stop forzati per diversi provvedimenti. Così succederà anche in Lombardia. Deve essere chiaro che a Pdl e Lega Nord vanno giustamente addebitate non solo la responsabilità per essere arrivati ad un punto di non ritorno, ma anche quella di allungare i tempi della decisione istituzionale su temi centrali per la vita dei lombardi. Per alcune questioni l'interruzione della legislatura maschera i disaccordi interni di due partiti che ormai stentano a trovare una voce comune sul futuro della Lombardia. Su altri provvedimenti si assiste ad una vera e propria abdicazione.

Qui il gruppo lombardo fa una descrizione di cosa si ferma.

Intanto, in attesa di capire cosa succederà già oggi, Pd, Sel e Idv iniziano insieme il cammino verso le elezioni regionali.

I segretari regionali (Maurizio Martina, Tino Magni e Sergio Piffari) e i capigruppo (Luca Gaffuri, Chiara Cremonesi e Stefano Zamponi) si sono incontrati per fare il punto sulla crisi in Regione. La volontà comune è quella di continuare il lavoro insieme per arrivare alla fine di questa legislatura e al voto in tempi brevi.
Sul dopo, Pd, Sel e Idv lavoreranno uniti per aprirsi ad altri soggetti politici, civici e sociali. La logica è quella del Patto Civico, ovvero una grande proposta di cambiamento della Lombardia per accogliere e valorizzare le tante energie e disponibilità esterne. I tre partiti hanno ribadito l’importanza delle primarie, strumento fondamentale per la partecipazione alla scelta del candidato presidente.

Da adesso parte il lavoro per scrivere insieme il Manifesto per la Lombardia: una visione condivisa, con tutti i lombardi, per il futuro della Regione.

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