Sindaci che resistono alla criminalità


Qui vi avevamo raccontato la storia di Maria Carmela Lanzetta, sindaco di Monasterace. Aveva deciso di lasciare la sua carica e di tornare a fare la farmacista, dopo sei anni di battaglie per la legalità, i diritti e la dignità del lavoro, interrotte da due pallottole vigliacche che le hanno perforato la carrozzeria dell'utilitaria che ogni giorno la portava in Municipio.

Ieri Maria Carmela Lanzetta ha ritirato le dimissioni
da sindaco di Monasterace. Una bella notizia. 

Il primo cittadino di Monasterace ha voluto rendere pubblica questa sua decisione nel giorno della visita nel paese della jonica del segretario nazionale del Pd Pier Luigi Bersani.

Il leader del Pd è andato appositamente a Monasterace per portare la solidarietà della coalizione al sindaco minacciato. Nel colloquio avuto con Maria Carmela Lanzetta, Bersani ha ringraziato il sindaco e le ha chiesto di ritirare le dimissioni con l'impegno che il Pd si farà promotore di una campagna di sensibilizzazione che riguarderà comunque tutti gli amministratori pubblici, intimiditi e minacciati dalla 'ndrangheta.


E proprio per «onorare» l'attività di ognuno di loro, vittime di intimidazioni o minacce, che il segretario del Pd ha lanciato l'idea di riunirli tutti quanti il 25 aprile a Marzabottto, in una sorta di convention dove sarà possibile discutere di questi problemi.

E mentre la delegazione del Pd visita la Calabria,
alla Camera si ricorda Pio La Torre.

Pio La Torre nacque nella frazione di Baida del comune di Palermo in una famiglia di contadini molto povera. Sin da giovane si impegnò nella lotta a favore dei braccianti, prima nella Confederterra, poi nella Cgil (come segretario regionale della Sicilia) e, infine, aderendo al Partito comunista italiano.
Alle 9:20 del 30 aprile 1982, con una Fiat 131 guidata da Rosario Di Salvo, Pio La Torre stava raggiungendo la sede del partito. Quando la macchina si trovò in una strada stretta, una moto di grossa cilindrata obbligò Di Salvo, che guidava, ad uno stop, immediatamente seguito da raffiche di proiettili. Da un'auto scesero altri killer a completare il duplice omicidio.

Al funerale presero parte centomila persone tra cui Enrico Berlinguer, il quale fece un discorso. Dopo nove anni di indagini, nel 1991, i giudici del tribunale di Palermo chiusero l'istruttoria rinviando a giudizio nove boss mafiosi aderenti alla Cupola mafiosa di Cosa Nostra. Per quanto riguarda il movente si fecero varie ipotesi, ma nessuna di queste ottenne riscontri effettivi. Nel 1992, un mafioso pentito, Leonardo Messina, rivelò che Pio La Torre fu ucciso su ordine di Totò Riina, capo dei corleonesi, a causa della sua proposta di legge riguardante i patrimoni dei mafiosi. fonte wikipedia

DoppiaM

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