Ricominciamo: cosa ci siamo persi in agosto


Innanzitutto ben ritrovati!

Con questo primo post cercheremo di riassumere quanto successo in queste quattro settimane nelle quali il nostro blog è stato in vacanza.

Lo facciamo con uno sguardo sull'Italia e sul mondo, dove gli argomenti che hanno tenuto banco durante il mese di agosto sono inevitabilmente collegati all'andamento dell'economia e la crisi finanziaria.

Dopo giorni di pessimi risultati nei mercati, di grande preoccupazioni per i conti pubblici e forti pressioni dalle istituzioni internazionali, venerdì 12 agosto il Consiglio dei ministri ha approvato una manovra finanziaria da 45 miliardi di euro.

Le decisioni prese dal Consiglio dei ministri risultano essere inadeguate e poco credibili rispetto alla sfida che il paese ha di fronte, anche sul piano internazionale e fortemente inique sul piano sociale e fiscale.

In sostanza, la manovra del Governo scarica il costo del rientro dal deficit pubblico sui ceti popolari e sugli onesti che pagano le tasse. E’ inoltre un intervento destinato a deprimere l’economia invece di rilanciarla e non prevede nulla di significativo per la crescita.

Bisogna aggiungere a tutto ciò lo stato confusionale in cui riversa la maggioranza: quella presentata è una manovra dalle "porte girevoli", con le misure che cambiano di giorno in giorno, di ora in ora, a seconda delle proposte di questo o quel Ministro. Ad ora non si sa ancora quali sono i contenuti definitivi della manovra. E l'Europa e il mondo ci guardano...

La crisi finanziaria però non ha colpito solo l'Italia. Questo è innegabile.

La Spagna è più o meno sulla nostra stessa barca, con una precisazione da fare.
Dopo sette anni e mezzo di mandato, complice la crisi economica imperante nel paese, Zapatero ha deciso di dimettersi, anticipando la sua uscita dalla politica spagnola.
La scadenza naturale della Cortes, il parlamento iberico, era fissata per marzo 2012, si voterà invece il prossimo novembre, con qualche mese di anticipo.
Zapatero esce di scena anche per dare un segnale forte ai mercati, che oramai vedevano la sua leadership ampiamente compromessa.

In Francia sembrava imminente un suo downgrade da parte delle agenzie di rating che poi non è arrivato. Downgrade che è toccato agli Stati Uniti per la prima volta nella loro storia, da parte di Standard & Poor’s.

E' questo è solo l'inizio di un autunno che si preannuncia ancora più caldo dell'estate trascorsa.

Da qui ricominciamo...

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