Clandestini, tutto come prima


Nel giorno dell'approvazione dell'ennesimo pacchetto sicurezza da parte del Governo, Repubblica intervista Laurens Jolles.

Jolles, olandese, è il responsabile dell'Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati (Unhcr) dell'Europa del sud. Dopo tre anni in Siria, altrettanti in Darfur, è arrivato a Roma: da qui dirige uno degli uffici più importanti e delicati, che si occupano di rifugiati e diritto d'asilo.

E' l'uomo più adatto per distinguere luci e ombre di un dramma che il governo fa finta di ignorare; non solo il governo italiano ma gran parte di quelli europei.

Dice Jolles:

Il flusso di immigrati senza documenti non è mai cessato. Le vie e le forme d'ingresso in Italia sono semplicemente cambiate. L'emergenza Lampedusa è finita, non ci sono più sbarchi. Ma non è una bella notizia: Lampedusa costituiva un modello efficace per graduare gli ingressi di immigrati che chiedevano assistenza per motivi umanitari e politici. I numeri degli arrivi non erano enormi. Con un processo molto visibile e mediatico si è posto fine ad una struttura che funzionava. Si è fatto credere all'opinione pubblica che esisteva un problema che ora non c'è più. Ma non è così. Il problema resta ed è ancora più grave. Sono solo cambiate le forme di ingresso: si arriva con il passaporto, si prende il visto e poi si sparisce. Il problema è rimasto. Non c'è più l'attenzione mediatica di prima, ma l'emergenza non è affatto risolta.

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