Quando la politica alimenta le paure

La vignetta di Giannelli, pubblicata oggi dal Corriere, mostra con grande efficacia quanto avvenuto ieri durante la riunione del Consiglio d'Europa, con lo scontro tra Francia e Commissione Europea rispetto alla questione delle espulsioni dei Rom.

A sostenere la posizione francese solo il nostro premier (anche, o soprattutto, per motivi elettorali interni, come si legge sui giornali di oggi), mentre le altre grandi nazioni europee hanno confermato la posizione della Commissione.

Ma, venendo ai fatti di casa nostra, non mancano esempi di una politica che alimenta le paure verso gli altri, gli stranieri, coloro che sono portatori di culture e tradizioni diverse dalle nostre.

Due esempi:

- a Milano il centrodestra si rimangia una decisione già presa, solo per motivi elettorali. Avevano deciso di assegnazione una piccola parte di case popolari ai rom, così da chiudere alcuni campi nomadi. Il piano era stato preparato dall'Assessore comunale alle politiche sociali, era finanziato dal Ministro Maroni e dava attuazione ad una delibera della Giunta regionale di Formigoni. Ora fanno tutti marcia indietro, e giustamente qualcuno insiste a ricordare che i patti vanno rispettati, soprattutto quando la marcia indietro rischia di peggiorare la situazione.

- a Francavilla, in Puglia, un consigliere comunale del PDL si inventa un'aggressione col coltello da parte di un immigrato nigeriano; una panettiera lo smentisce, fa scarcerare il ragazzo e incriminare il politico per calunnia. Il nigeriano riceve anche le scuse del giudice. "Sono cristiano, non provo nessun rancore, conosco il valore del perdono", commenta il nigeriano uscito di galera.

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