Meno tasse? Si, no, forse tra un po'

In fondo, è solo una vecchia tattica, ormai: alle prese con una grottesca battaglia ad libertatem (la sua) sulla giustizia, il premier getta fumo negli occhi riproponendo la favola delle tasse più leggere con due aliquote. Per poi smentirsi.

La prima volta è stata nel 1994. Da allora, Berlusconi non ha mutato di una virgola le sue abitudini: nei momenti critici, niente di meglio che gettare fumo negli occhi ai cittadini, tanto meglio se, in quel momento sono elettori, promettendo di arricchire i portafogli.

Ma oggi Berlusconi, al termine del Consiglio dei ministri, 72 ore dopo gli annunci di un piano taglia-tasse per il 2010, ha annunciato:

"Per ora nessun calo delle tasse, impossibile ridurle! L'attuale situazione di crisi non permette nessuna possibilità di riduzione delle imposte. Si impone una semplificazione del sistema tributario - ha aggiunto il premier -, ma sarà un lavoro lungo. Spero sia sufficiente un anno, ma è un lavoro davvero improbo, il debito è troppo alto per pensare di ridurre le tasse".
Questa la dichiarazione di Stefano Fassina, responsabile Economia e Lavoro della segreteria nazionale del Pd:

“Le ultime dichiarazioni del presidente del Consiglio sulle tasse ci lasciano senza parole. Eravamo abituati a promesse elettorali dalla vita più lunga e invece, stavolta, assistiamo ad una incredibile retromarcia dopo appena tre giorni dall’annuncio strombazzato sui quotidiani. Intanto, le famiglie e le imprese restano in attesa di interventi a sostegno del reddito e della competitività e, per di più, devono subire la presa in giro dell’irresponsabile gioco di annunci e smentite”.

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