Il caos sul contratto per il trasporto pubblico locale

Non c'è pace per i 110mila lavoratori del trasporto pubblico locale. Il Governo aveva promesso che l’aumento delle accise sul gasolio avrebbe finanziato il rinnovo del contratto. L’aumento c’è stato, quindi tutti paghiamo di più. Ma il contratto non è mai stato rinnovato. Un'ennesima promessa mancata che mette ancora più in crisi un settore già allo stremo.

Non rinnovare il contratto significa penalizzare ulteriormente autisti e personale, già costretti a stipendi fermi e turni massacranti. La carenza di autisti si aggrava e chi resta è sovraccaricato di lavoro. Ma a pagarne il prezzo non sono solo loro: senza un contratto adeguato, questa professione diventa sempre meno attrattiva, il servizio si riduce, le corse saltano e cittadine e cittadini si trovano con un trasporto pubblico sempre più inefficiente. Così si disincentiva l’uso dei mezzi e si spinge più gente verso l’auto privata, con conseguenze disastrose su traffico e inquinamento.

Un solo autobus toglie dalla strada decine di auto. Investire nel trasporto pubblico significa garantire un servizio essenziale, migliorare la qualità della vita e combattere l’inquinamento. Il Governo non può continuare a ignorare questa emergenza.

I nostri consiglieri regionali Roberta Vallacchi e Simone Negri hanno denunciato il problema e chiedono alla giunta Fontana di farsi parte attiva con il Governo per sbloccare subito i fondi necessari. Regione Lombardia non può restare a guardare mentre il trasporto pubblico crolla.

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