Per la riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario
Insieme chiediamo di avviare, come avvenuto in altri Paesi europei, un triennio di sostegno incentivato, con il concorso decisivo delle parti sociali, con l'obiettivo di arrivare al 2028 a una riduzione complessiva dell'orario. Vogliamo difendere l'occupazione davanti alla rivoluzione tecnologica che rischia di bruciare migliaia di posti di lavoro.
Non solo: crediamo che il lavoro debba essere ripensato mettendo al centro la felicità di ciascuno, il diritto di tutte le persone non solo a un lavoro dignitoso e di qualità, ma anche alla fruizione del tempo libero, alla cura degli affetti, della socialità, della partecipazione civica.
In Italia si lavora troppo o troppo poco, vogliamo perciò stimolare, partendo dalle piccole imprese, una nuova stagione di contratti che prevedano una redistribuzione del lavoro e una diversa conciliazione tra tempi di vita e lavoro, che liberino lo spazio anche per la formazione come diritto soggettivo, che sostengano la produttività, il cui principale ostacolo è proprio il ricorso al lavoro precario, sottopagato, dai carichi insostenibili e la scarsa propensione all'innovazione di processo e di prodotto.
Un provvedimento che ha un doppio dividendo: occupazionale e ambientale, perché ridurre l'orario di lavoro significa anche parlare di conversione ecologica dell'economia.
La maggioranza accetti un confronto nel merito della proposta. Ridurre l'orario di lavoro significa proiettare il nostro sistema produttivo in una prospettiva di giustizia, redistribuzione, libertà, sostenibilità.