Meloni non prenda in giro i lavoratori
La nostra proposta sul salario minimo stabilisce due principi: rafforza la contrattazione collettiva e individua una soglia minima legale di 9 euro l’ora sotto la quale non si può andare. Allarga a tutti la retribuzione complessiva stabilita dai contratti collettivi stipulati dai sindacati comparativamente più rappresentativi: chi oggi guadagna 5 euro l’ora ne guadagnerà almeno 9, ma chi ne prende 12 continuerà a prenderli, e anzi li prenderà anche chi lavora nello stesso settore ma non è coperto dal contratto più rappresentativo. In questo modo, si contrastano anche i contratti pirata.
Il salario minimo è presente in 22 Paesi su 27, come la Germania, dove l’ha introdotto Angela Merkel. Ha fatto registrare l’immediato innalzamento dei salari di circa il 15 per cento e la crescita dell’occupazione anche tra lavoratori meno qualificati. È necessario anche da noi, per contrastare quel lavoro povero che il governo continua a negare.
Spero che quest’incontro non sia una presa in giro per 3,5 milioni di lavoratori poveri. Abbiamo lavorato quattro mesi in Commissione e mi sono spesa in prima persona per arrivare a una convergenza tra partiti. La maggioranza ha fatto un emendamento soppressivo, ma non ha avuto il coraggio di votarlo e ha sospeso irritualmente una proposta già incardinata in Aula. Li abbiamo costretti a guardare in faccia i lavoratori poveri: andiamo a vedere se stavolta fanno sul serio.
I ristori per la Romagna, invece, non sono arrivati. Si sono precipitati a fare passerella con gli stivali mentre ancora pioveva, poi, passati tre mesi, non ci sono le risorse necessarie. I sindaci non possono fare da parafulmine alla rabbia dei cittadini e delle imprese: stanno anticipando loro con fondi che non hanno per colpa della lentezza del governo. A loro non interessa dare risposte, ma far partire la campagna elettorale per le prossime Regionali.
Elly Schlein