L’obiettivo delle sanzioni è avere un negoziato

“La pace è la stella polare che orienta il percorso dei negoziati e l’obiettivo dell’Europa è sempre stato quello di avere un negoziato. Non ci arrenderemo mai alla follia della guerra. L’Unione Europea esige un necessario ‘cessate il fuoco’ e il rispetto dei corridoi umanitari, per verificare le reali intenzioni di Putin”, così il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega agli Affari europei Enzo Amendola inizia la sua intervista ad Avvenire

Continua parlando delle sanzioni imposte alla Russia: “Hanno già sortito effetti importanti sull’economia russa, misure mai sperimentate prima e finalizzate a fermare l’avventura militare russa. Se l’escalation continua, non sono escluse ulteriori restrizioni.” 

Sul nodo posto da sigle pacifiste e da manifestanti in piazza, il Sottosegretario argomenta: “Gli strumenti di difesa forniti dall’UE sono forme di sostegno all’autodifesa ucraina, in base all’articolo 51 della Carta ONU. Non potevamo voltarci dall’altra parte, come ha detto il premier Draghi, e al contempo siamo testardamente convinti che solo la strada del dialogo ci possa portare fuori da questa tragedia.” 

Amendola affrontando il tema della crisi energetica causata dal conflitto spiega: “Il Covid è stato battuto con la solidarietà, il Next Generation EU ne è la prova. Adesso è ora di costruire l’autonomia strategica del continente. Occorrono strumenti nuovi, penso a una politica comune estera e di difesa, e a un’Unione Europea dell’energia. Siamo chiamati a costruire più integrazione europea e a realizzare, come sostiene il Commissario Europeo Paolo Gentiloni, una ‘politica di crescita in tempo di guerra’.” 

Il Sottosegretario chiude con alcuni passaggi sull’emergenza umanitaria: “Se c’è un risvolto positivo di questa immane tragedia è l’applicazione della direttiva europea per la protezione temporanea che finora era rimasta in un cassetto. Chiunque scappi dai bombardamenti di Putin ha diritto a essere accolto, come l’Italia ha sempre sostenuto anche per i conflitti del passato” e aggiunge: “Questa non è la guerra contro i russi. Ci sono le ‘madri coraggio’ dei soldati, ci sono esponenti della cultura che si sono schierati contro Putin. E ci sono persone comuni che hanno il coraggio di protestare in piazza. Da italiani e da europei, abbiamo il dovere di sostenerli.” 

Intervista integrale su Avvenire

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