Il Piano Mancia finisce sul Corriere


L'avevamo denunciato ad ottobre, ora è riportato sul Corriere della Sera in un articolo dal titolo inequivocabile: "Lombardia, Piano Marshall: rilancio dell’economia o aiuto ai Comuni amici?"

Il pezzo, a firma di Milena Gabanelli e Simona Ravizza, fa alcune considerazioni sulla vicenda del "Piano Marshall/Mancia" approntato dalla Giunta Fontana: "Quando fai un investimento di questa portata devi pianificare opere che creino sviluppo, ricchezza e posti di lavoro, e garantiscano quindi il ritorno economico necessario a ripagare il debito senza pesare sulle future generazioni."- inizia l'analisi.

"Come sceglie Regione Lombardia gli interventi da finanziare? - prosegue l'articolo - Lo scrive nella delibera del 5 agosto: «Esaminate le istanze emerse nei tavoli territoriali provinciali, il livello di cantierabilità delle proposte, nonché gli ordini del giorno presentati in sede di discussione del progetto di legge relativo all’Assestamento di bilancio 2020/2022». In concreto: un po’ di progetti vengono tirati fuori dai cassetti, un po’ raccolti con incontri o telefonate con i possibili beneficiari e 473 sono individuati con 186 ordini del giorno firmati da consiglieri regionali dei partiti di maggioranza. Di decine manca ancora il cronoprogramma dell’opera. Nella pratica ogni consigliere regionale di Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia, lista Fontana, ecc. si è presentato in aula con la propria istanza: messa in sicurezza stradale, rotatorie, sovrappassi, collegamenti ciclabili e pedonali, interventi di tipo turistico, lavori edili che interessano scuole, canili, biblioteche, tensostrutture, cimiteri e centri sportivi. È talmente «inusuale» che, tra le forze stesse di maggioranza, c’è chi ammette che Regione Lombardia ha innovato il diritto amministrativo sostituendo le leggi con il metodo della questua. Così il piano di rilancio della Lombardia si trasforma, in larga parte, in una legge-mancia." 

I problemi sono solo all'inizio: "Nella fretta si fanno anche doppioni, cioè vengono dati soldi a opere già finanziate, tant’è che il 30 ottobre la Giunta deve correre ai ripari, prendendo atto che «in seguito ad approfondimenti effettuati dalle direzioni competenti, anche attraverso interlocuzioni con gli enti interessati, si è reso necessario modificare alcuni cronoprogramma di spesa relativi a taluni interventi già inseriti, eliminare alcuni interventi presenti erroneamente più volte, eliminare interventi che prevedevano finanziamenti a favore di privati e altri ancora che – per la parte finanziata dalla delibera citata – godevano già di altre fonti di finanziamento»."

Dulcis in fundo, la sentenza delle cifre: "A incassare i finanziamenti sono per il 56% quelli di centrodestra, per il 22% quelli di centrosinistra e per il 22% le liste civiche."

Quella che si era cercato di ridurre a sterile polemica politica, ora è argomento di inchiesta di quotidiani nazionali: il Partito Democratico Lombardia, la federazione provinciale di Monza e Brianza, fra cui il PD Brugherio, con tutti gli amministratori dell'area progressista, si sono mossi per tempo per denunciare la situazione.

Una dinamica che danneggia indiscriminatamente i cittadini, nel nome degli interessi di partito. Una scelta che trascura interi territori, come quello brugherese. Una situazione su cui non cederemo di un millimetro.

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