Ape sociale, Consip, spending review e ius soli L’Enews di Matteo Renzi


Buongiorno a tutti, ben ritrovati. E un grande in bocca al lupo ai ragazzi che da oggi sono impegnati con la Maturità 2017 (tosta e bella la scelta di Caproni, eh!)

Stamani pensando a cosa segnalarvi per questa E-news mi sono messo a riflettere sul valore del tempo. E sulla necessità di dare tempo al tempo, di gustare l’attesa, di essere pazienti. Basta non avere fretta, dare tempo al tempo e le cose si mostrano per come sono. È proprio il tempo l’arma contro le fake news: come sosteneva Oscar Wilde, chi dice la verità prima o poi viene scoperto.

Dai tempo al tempo e scopri che oltre 10mila persone aderiscono all’Anticipo Pensionistico (APE), voluto con forza nei MilleGiorni per consentire ad alcune categorie di lavoratori di andare in pensione prima, nonostante la Legge Fornero. Migliaia di persone hanno visto la data della pensione sgusciare via di mano ogni anno. Noi abbiamo deciso di affrontare questo problema.

Quando nello scorso autunno abbiamo annunciato questo intervento, ci hanno subissato di critiche e di fischi. L’ennesimo spot renziano, non funzionerà mai.

E invece funziona. Eccome se funziona. E questa è solo APE sociale e precoci. Quando arriverà quella volontaria – bloccata dai tradizionali ritardi della burocrazia centrale – vedrete che i numeri cresceranno ancora.

Vorrei dire grazie a tutti, ma soprattutto una persona che ha creduto all’APE quando non ci credeva nessuno: Tommaso Nannicini. Il successo di queste ore è innanzitutto un successo suo. Un brindisi a chi lascia il posto in (leggero) anticipo, sperando che anche questo aiuti i giovani a entrare prima nel mondo del lavoro. E un abbraccio a tutti quelli che durante le trasmissioni televisive dell’autunno ci riempivano di critiche. Era una promessa, adesso è una legge. La filosofia del passo dopo passo è quella vincente. Da luglio arrivano anche gli aumenti per le pensioni minime. Tempo al tempo…

Dai tempo al tempo e scopri che prima o poi la verità su CONSIP verrà fuori. Si continuano a fare gli show in Parlamento e sui giornali per una presunta fuga di notizie, per un presunto concorso esterno in traffico di influenze. Fateci caso: sono sempre le stesse notizie, identiche, che ritirano fuori ciclicamente ogni tre mesi, nulla di nuovo, nulla.

Bene, noi stiamo dalla parte della verità e chiediamo solo di accertare i fatti. Ma continuiamo a domandare: non vi fa accapponare la pelle l’ipotesi che siano state costruite prove false contro esponenti delle Istituzioni? Qualunque sia il nome, qualunque sia il ruolo: sono state falsificate le prove o no? Durante lo show di questi giorni non ne ha parlato nessuno, ma questo è il punto. Vogliamo la verità. Solo la verità. Tutta la verità. Se poi fosse possibile averla presto, ancora meglio. Altrimenti aspettiamo: non c’è fretta, per noi. Ma su questa vicenda non molliamo di un centimetro. Arriverà il giorno in cui qualcuno dovrà portare le prove, no? Possibilmente vere, non costruite a tavolino. Li aspetteremo con pazienza. Tempo al tempo…

Dai tempo al tempo e si scopre che la revisione della spesa in tre anni ha prodotto quasi 30 miliardi di euro di risparmio: altro che spending review inutile. Dai tempo al tempo e scopri che i grandi eventi – come quello bellissimo di Christo lo scorso anno sul Lago d’Iseo – servono: a qualcuno fischieranno le orecchie nella capitale per l’assurda decisione di tagliarsi le gambe da soli sulle Olimpiadi? Dai tempo e al tempo e scopri che in Francia un candidato che ha preso il 23% al primo turno governerà per cinque anni con una maggioranza schiacciante anche alle legislative grazie al ballottaggio, e allora sì, ok, abbiamo perso ma dobbiamo essere contenti di averci provato: perché la riforma costituzionale avrebbe fatto il bene del nostro Paese. Dai tempo al tempo e il Papa sale a Barbiana, raccogliendosi in preghiera davanti a quella tomba (ho ancora nella mente le risate dolci e affettuose di don Renzo Rossi quando raccontava come don Milani il secondo giorno di vita a Barbiana decise di andare in comune a Vicchio per scegliersi il posto nel cimitero): oggi la Chiesa riconosce anche simbolicamente che prima di tutto don Lorenzo era un prete. E per chi conosce la storia di don Milani questo riconoscimento è forse il più importante. Dai tempo al tempo ed emerge che la questione dello Ius Soli è la più strumentalizzata ideologicamente: non si tratta di regalare la cittadinanza, ma di anticiparla riconoscendo una realtà che già esiste, non inventandosi nulla di nuovo. Dai tempo al tempo e vedremo se quelli che ci facevano la predica urlando “Onestà, onestà” fuori dai palazzi riusciranno a provare la loro innocenza nelle aule di tribunale: cosa che ci auguriamo di cuore, per loro e per l’Italia. Perché noi siamo per la giustizia non per il giustizialismo. Perché noi siamo garantisti sempre, non a giorni alterni.

Tempo al tempo, amici. Senza fretta. Saranno mesi interessanti.

Un sorriso,
Matteo

blog.matteorenzi.it
matteo@matteorenzi.it

Pensierino della sera. Il Partito Democratico sta facendo uno sforzo, straordinario, per utilizzare il web in modo diverso dagli altri. Noi tutti i giorni abbiamo un appuntamento di approfondimento alle 18.30 (#terrazzaPD): ieri abbiamo discusso di cultura e cinema, oggi di come sostenere l’innovazione in Italia con Sergio Boccadutri, Luigi Capello e Massimiliano Magrini; domani di cultura e tv con Gianmaria Duilio e Vinicio Peluffo. Venerdì di periferie con Maria Elena Boschi e Andrea Riccardi.

Alle 9 del mattino uno di noi conduce una rassegna stampa ragionata sui principali argomenti quotidiani. Nei prossimi giorni cercheremo di aumentare gli appuntamenti fissi: per questo è molto utile tenerci in contatto attraverso l’APP – BOB e anche, per chi gradisce, l’APP – Matteo Renzi: scaricabili qui e qui. Ma il punto politico, si sarebbe detto una volta, è molto semplice. I grandi media parlano di questioni interessanti per gli addetti ai lavori: le coalizioni che affascinano i partiti ma non i cittadini, la data delle elezioni che intriga molto i parlamentari in carica ma un po’ meno la gente fuori dal Palazzo. E i social rilanciano con forza le raffinate strategie dei partiti populisti: raffinate le strategie, non i contenuti. Noi siamo altrove. Noi ci occupiamo di contenuti diversi. Noi cerchiamo di parlare degli argomenti veri. Per noi è più importante cambiare le norme, trovare i soldi e dare a migliaia di persone la possibilità di andare in pensione anticipata anziché stare a urlare contro la Fornero in TV, insultando una donna per il solo fatto di essere stata ministro e inveendo contro il mondo. Il populista abbaia ai problemi, il politico prova a risolverli. Abbiamo un anno di campagna elettorale davanti a noi. La faremo così. Pacati ma solidi. Senza urlare e senza inseguire gli altri. Il dibattito sulle coalizioni e le risse da talk show lasciamolo agli altri, noi – nel frattempo – facciamo politica.

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