Ancora molta confusione nel mondo Pd. In attesa della Direzione di questa mattina.


Non è un fase facile per il Pd e non è nemmeno troppo chiara, a ben vedere. Ne siamo stati testimoni in questi giorni in cui sono rimbalzate notizie, poi smentite e poi riproposte sui giornali. Ciò che sappiamo di certo è che domenica c’è stata l’Assemblea nazionale del Pd, che una scissione non c’è stata (ancora?) e che per oggi è convocata la Direzione per partire con la fase congressuale.
In questi giorni i giornali sono pieni di date, retroscena e virgolettati. Secondo la Repubblica e la Stampa ci sarebbe già una data per le primarie: il 7 maggio. E alcuni giornali si spingono oltre, ipotizzando anche una data per le elezioni, prontamente smentita da fonti del Pd che ritengono la notizia completamente infondata.
Secondo i quotidiani, Renzi non sarebbe preoccupato da una possibile scissione, semplicemente perché non la ritiene un’ipotesi realmente fattibile: “Resteranno, vedrà. Stavolta non serviva fare niente, è bastato stare fermi e vedere il bluff”, tanto più che “sul territorio non li seguirebbe nessuno”, “e comunque possono candidarsi tutti, faremo un bellissimo congresso”.
I giornali parlano di un Renzi soddisfatto della discussione, che non teme ripercussioni e a chi gli chiede “Come è andata?” risponde, “Bene. E’ stata prima di tutto una bellissima discussione. Ottimi Veltroni e Fassino. Bravissima la Bellanova. Ma tutti veramente apprezzabili: siamo l’unico partito a discutere ancora così”, osserva Renzi. E poi scherza: “La scissione ha le sue ragioni che la ragione non conosce…”. C’è addirittura chi racconta di un Renzi euforico: “Euforico della scissione? Mi auguro che non lo sia, il Pd rischia di diventare qualcosa di diverso da quello che avevamo pensato e non è una scissione che può farci gettare la spugna”, ha detto il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ospite di Agorà. “Io dico ai compagni di non andarsene, restare e batterci dentro il Pd per farlo diventare una grande forza di sinistra. Oggi c’è bisogno di ripartire dalle idee che abbiamo per l’Italia”, ha aggiunto.
Anche la minoranza sui giornali lancia i suoi segnali di fumo. Mentre Enrico Rossi rimane molto duro e in un’intervista al Corriere della Sera dice che “Renzi ha alzato un muro e ci ha dato solo bastonate. La scissione è una sua scelta, non ci resta che prenderne atto”, Michele Emiliano sembra più rassicurante chiarendo la sua posizione: “Fino a martedì mi tengo le mani libere, lavoro fino alla fine per un’intesa”. “Certo che vorrei restare – prosegue – questo è il mio partito”.
Renzi “è venuto con l’idea di darci una spinta. Non ha fatto neanche la replica, tutto il dibattito è stato organizzato per bastonarci e pure l’ultimo tentativo di Emiliano è stato stracciato”, insiste Rossi. Quanto a possibili divisioni nel fronte antirenziano tra lui, il governatore pugliese Michele Emiliano e Roberto Speranza, Rossi precisa che “c’è un comunicato congiunto che rende giustizia a Emiliano”.
Unica cosa certa: il Pd va al congresso e Matteo Renzi sarà candidato.

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