Istat, cresce il lavoro e calano gli inattivi grazie alle riforme
“I dati dell’Istat di oggi riportano due notizie positive: la prima riguarda l’aumento dell’occupazione su base annua e la seconda è relativa alla diminuzione degli inattivi. L’aumento dell’occupazione su base annua è positivo anche a fronte di una fluttuazione mensile, visto che dopo una fase di crisi è importante valutare i dati stabilizzati. Da segnalare che l’incremento riguarda anche le donne. La diminuzione degli inattivi è sempre un fatto positivo perché vuol dire che le persone hanno più fiducia, si rimettono in gioco”. Lo dice la senatrice Annamaria Parente, capogruppo del Pd nella Commissione Lavoro.
“L’aumento della disoccupazione giovanile, soprattutto nella fascia fino ai 24 anni – continua Parente – è dovuto anche al fatto che le ragazze e i ragazzi escono dall’anonimato dell’inattività e cercano lavoro. Per incrementare l’occupazione giovanile bisogna puntare su una serie di politiche, alcune già in fase di attuazione: l’Ape per favorire il ricambio generazionale, un sistema coerente di alternanza scuola-lavoro, politiche attive per l’incontro tra domanda e offerta e incentivi orientati”.
“Secondo i dati Istat l’occupazione continua a crescere su base annua, segnando uno 0,9% in più nel 2016 rispetto al 2015, pari a 201 mila posti in più. Cresce il lavoro stabile, a tempo indeterminato, e questo è un segnale particolarmente positivo”. Lo dice la senatrice del Pd Maria Spilabotte, vicepresidente della Commissione Lavoro.
“L’aumento della disoccupazione – continua Spilabotte – si deve alla diminuzione degli inattivi: in un clima di maggiore fiducia, dovuto alle riforme e alla ripresa, le persone si riaffacciano nel mondo del lavoro. L’occupazione aumenta sia per le donne che per gli uomini e anche nella fascia d’età 35-49 anni, mentre la situazione rimane sostanzialmente invariata per i giovani fino a 35 anni.
Tutto questo significa che la direzione di marcia è giusta e che bisogna aumentare gli sforzi per le ragazze e i ragazzi più giovani, grazie anche alle politiche attive del lavoro”.