Il degrado del linguaggio, secondo Stefano Rodotà.


Stefano Rodotà esprime il disagio per le derive della dialettica nella politica italiana:

Un numero sempre più largo di persone coglie ogni occasione per vivere aggressivamente in pubblico, restituendoci una versione miserabile del quarto d`ora di notorietà che Andy Wharol diceva dovesse venir garantito a tutti. Non è facile reagire a questo stato di cose, ma un comune punto d`avvio dovrebbe essere costituito dal riconoscimento della necessità di non rendere "accoglienti" per il linguaggio degradato i luoghi della nuova comunicazione. Non sto parlando di censura preventiva. Mi riferisco all`immediata e pubblica condanna di messaggi oltraggiosi. Le incertezze e le furbizie generano equivoci, ma la Rete è implacabile nel far emergere le responsabilità, non si può gettare il sasso e poi nascondere la mano. È emerso un fondo limaccioso, un misto di aggressività, violenza, risentimenti, fine d`ogni rispetto per l`altro, che ci rivela che cosa sia divenuta la società italiana. Tutto questo esige una riflessione sul modo in cui si è consumato in Italia un divorzio tra civiltà, cultura e politica.
Un'articolo tutto da leggere.

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