Post

Visualizzazione dei post con l'etichetta Stefano Rodotà

Il degrado del linguaggio, secondo Stefano Rodotà.

Immagine
Stefano Rodotà esprime il disagio per le derive della dialettica nella politica italiana: Un numero sempre più largo di persone coglie ogni occasione per vivere aggressivamente in pubblico, restituendoci una versione miserabile del quarto d`ora di notorietà che Andy Wharol diceva dovesse venir garantito a tutti. Non è facile reagire a questo stato di cose, ma un comune punto d`avvio dovrebbe essere costituito dal riconoscimento della necessità di non rendere "accoglienti" per il linguaggio degradato i luoghi della nuova comunicazione. Non sto parlando di censura preventiva. Mi riferisco all`immediata e pubblica condanna di messaggi oltraggiosi. Le incertezze e le furbizie generano equivoci, ma la Rete è implacabile nel far emergere le responsabilità, non si può gettare il sasso e poi nascondere la mano. È emerso un fondo limaccioso, un misto di aggressività, violenza, risentimenti, fine d`ogni rispetto per l`altro, che ci rivela che cosa sia divenuta la società italian

Signorina, torni al prossimo appello

Immagine
Quello che avrebbe detto il professore Stefano Rodotà all'alunna Mariastella Gelmini se si fossero trovati ad un esame universitario. La puntata di martedì sera di Ballarò ha visto la sfida a colpi di fioretto di diritto costituzionale da una parte (Rodotà) e di ascia di luoghi comuni dall'altra (Gelmini). Cota non pervenuto. Un esausto Rodotà ha esposto qual è il quadro delle protezioni nei confronti delle cariche istituzionali negli altri paesi. La Gelmini risponde da manuale berlusconiano fornitole. DoppiaM