Baciare anche il rospo, se è il caso

 
 La deriva grillina di questi anni, quella per la quale puntare il dito in nome di una presunta superiorità morale debba avere sempre un peso superiore alla volontà di cambiare le cose, attraverso il coinvolgimento e la partecipazione diretta, porta molto spesso ad errori di valutazione piuttosto grossolani.
Ne parliamo nel caso della scelta di Matteo Renzi di dialogare con ogni forza politica, in merito alla legge elettorale. 
Alcuni spunti interessanti sull'argomento possono leggersi oggi nell'intervista rilasciata da Matteo Orfini, giovane turco, da sempre non allineato alla linea del segretario.
Giusto incontrare Berlusconi? 

«Certo, se riconosciamo che la legge elettorale è una priorità del paese, è ragionevole che il nostro segretario dialoghi a 360 gradi con tutte le forze politiche. A partire da quelle di maggioranza, ma cercando un rapporto anche con le opposizioni». 

Eppure Renzi venne messo in croce quando andò ad Arcore... 

«Una situazione del tutto differente. Noi del Pd protestammo molto quando il Porcellum fu approvato a maggioranza dal centro destra e ora bisogna essere coerenti».
 E ancora.

 Proprio lei, uno dei leader della sinistra del Pd, spezza una lancia a favore del dialogo con il Cavaliere?
«Quando in direzione votammo le larghe intese io mi espressi per il no, ma poi con Berlusconi ci abbiamo fatto un governo insieme, che si è interrotto solo al momento della decadenza e solo perché Forza Italia è uscita dalla maggioranza. Mi sembra un po` più che un semplice colloquio». 

Tuttavia Berlusconi non era stato ancora condannato... 

«Sono contrario ad alimentare questa deriva grillina tra di noi. Finché Berlusconi, ci piaccia o no, rappresenta un pezzo importante del parlamento, bisogna parlarci». 

E la questione "estetica" di un condannato che varca il portone del Pd? 

«Proprio perché è stato condannato abbiamo votato la sua decadenza da senatore e sancito la sua ineleggibilità. Mala funzione politica- io dico purtroppo ancora gliela riconoscono milioni di elettori e i parlamentari del suo partito. Incontrarlo non significa comunque far decidere la nostra posizione da Berlusconi. Siamo noi che dobbiamo stabilire quale legge elettorale sia più utile per il paese».

Mauro Caruso

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