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La riflessione di Matteo Orfini sull'Italicum

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Oggi Matteo Orfini, presidente del Partito Democratico, ha esposto la sua posizione riguardo alla legge elettorale con un post su Facebook, una posizione di grande equilibrio e che ricostruisce l'iter che ha condotto al voto di ieri in Senato. Una legge elettorale che non è perfetta, ma che costituirebbe un sostanziale miglioramento rispetto alla legge attuale, oltretutto se si vuole fare in modo da condividere la scelta delle regole con una maggioranza ampia. E l'unica maggioranza possibile prevede un'alleanza con il centro destra, visto la decisione, coerente finora, del M5S di tirarsi fuori dalle decisioni istituzionali. Pubblicazione di Matteo Orfini .

Baciare anche il rospo, se è il caso

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   La deriva grillina di questi anni, quella per la quale puntare il dito in nome di una presunta superiorità morale debba avere sempre un peso superiore alla volontà di cambiare le cose, attraverso il coinvolgimento e la partecipazione diretta, porta molto spesso ad errori di valutazione piuttosto grossolani. Ne parliamo nel caso della scelta di Matteo Renzi di dialogare con ogni forza politica, in merito alla legge elettorale.  Alcuni spunti interessanti sull'argomento possono leggersi oggi nell 'intervista rilasciata da Matteo Orfini, giovane turco, da sempre non allineato alla linea del segretario. Giusto incontrare Berlusconi?  «Certo, se riconosciamo che la legge elettorale è una priorità del paese, è ragionevole che il nostro segretario dialoghi a 360 gradi con tutte le forze politiche. A partire da quelle di maggioranza, ma cercando un rapporto anche con le opposizioni».  Eppure Renzi venne messo in croce quando andò ad Arcore...   «Una

Il programma del Pd per la Cultura

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“La cultura è il nostro petrolio” oppure “L’Italia è il Paese che detiene il più grande patrimonio culturale del mondo”. Queste affermazioni, che hanno perseguitato il mondo della cultura negli ultimi vent’anni, hanno fuorviato il dibattito e prodotto una serie di errori di impostazione, bloccando così ogni reale e concreta possibilità di porre le politiche culturali al centro di un’idea di crescita sociale, civile ed economica .  E mentre si consumavano discorsi conditi da frasi demagogiche, le nostre città, i nostri territori, le nostre istituzioni culturali e dello spettacolo, iniziavano a mostrare i segni dell’abbandono e dell’incuria , di sempre minori risorse umane e finanziarie impegnate per la tutela, di crolli, di devastazione del paesaggio, di tagli al Fondo Unico dello Spettacolo, di uso clientelare di società pubbliche, di dispersione delle risorse, di assenza di politiche sistemiche, di mancanza di riconoscimento delle professioni e di deficit di politiche atti

Il pieno di cultura...

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Per prepararci ai prossimi giorni dove vedremo scaricata sui radical chic (chissà poi cosa vorrà dire di preciso) la responsabilità dell’aumento delle accise della benzina (disposta dal governo, ovviamente) proponiamo la lettura di un articolo di Matteo Orfini (responsabile cultura del PD) di analisi e proposte al neo ministro dei Beni Culturali, Giancarlo Galan, nominato due giorni fa. "La cultura ha un nuovo ministro e qualche risorsa in più. Tutto risolto? Non è così. I motivi di allarme sono parecchi. La prima preoccupazione che dovrebbe avere il ministro è per gli effetti di una odiosa tassa sulla benzina utilizzata per coprire il reintegro delle risorse. Non c’è in quella decisione solo la dimostrazione che al Tesoro teorizzano risparmi e promuovono sprechi. Per evitare l’ennesima tassa, sarebbe sufficiente cancellare il condono sulle quote latte. C’è qualcosa di più, tipico della Weltanschauung di Tremonti: rompere la solidarietà tra mondo della cultura e opinione p