Ai nostri iscritti, ai nostri elettori
Ci rivolgiamo ai nostri iscritti, ai nostri simpatizzanti, a tutti quei cittadini che hanno sempre guardato al Partito Democratico come a un punto di riferimento nel quadro della politica nazionale.
La decisione del Popolo della Libertà di far dimettere i propri ministri e provocare così la crisi del Governo Letta dimostra ancora volta come il problema della politica non sia, come ci è stato raccontato per anni dagli autorevoli commentatori degli autorevoli giornali, il sistema dei Partiti e la sinistra incapace di superare l'antiberlusconismo, quanto piuttosto i partiti personali della Seconda Repubblica, che, ammazzando ogni forma di democrazia interna, sono prigionieri degli umori del proprio padrone; in particolare, si vede ancora una volta come a destra non esista un campo di interessi reali capaci di dialogare con le altre forze politiche nell'interesse del paese.
Il generoso sforzo del nostro Partito di tentare un governo d'emergenza con il PDL, dopo che gli altri, in particolare il 5 stelle, si erano sfilati per lucrare sulle macerie e sul malcontento, si scontra con l'incapacità della destra di sottrarsi dalla propria missione di questi anni, ossia salvaguardare Silvio Berlusconi dai suoi processi.
Noi non abbiamo fatto una alleanza politica con la destra, abbiamo intrapreso l'unica strada disponibile dopo l'esito del voto e le consultazioni di Bersani per poter rispondere all'emergenza sociale nel paese, che si chiama cassa integrazione in deroga, problema degli esodati, scuola e cultura, lavoro e diritti; nonché l'annosa questione della riforma della politica e della legge elettorale, della quale siamo rimasti (insieme a SEL) gli unici sostenitori della necessità di cambiarla, dopo che anche grillo ne ha imparato ad apprezzare i vantaggi...
L'emergenza non è finita e la legge elettorale precedente rimane, eppure la destra si sta sfilando e il rischio di precipitare verso nuove elezioni con la vecchia legge è reale; ma non solo, si rischia di annullare i sacrifici fatti e di non intervenire sulle emergenze presenti.
Il Partito Democratico c'è. Noi non scappiamo, ma rimaniamo un presidio democratico che vuole rappresentare interessi reali e partecipazione dei cittadini alla vita politica.
Quale che sarà l'evoluzione della situazione, a noi occorre costruire una strada insieme a tutti voi e indicare una meta; in questo si inserisce anche il nostro percorso congressuale, che serve a riattivare la partecipazione collettiva per correggere le nostre insufficienze passate e portare avanti l'idea di società che vogliamo realizzare con la nostra azione politica, nel mondo dopo la crisi e dopo la destra.
Pietro Virtuani