La situazione in Turchia si complica


Qui avevamo iniziato a raccontarvi degli scontri in Turchia, dove sono iniziati, le cause e gli sviluppi. Qui, a cura de Il Post, una breve guida alla storia recente del paese che ci aiuta a comprendere quello che sta accadendo oggi.

La situazione in questi giorni si è complicata ed è divenuta più critica.
Ci aiuta nel racconto il Corriere della Sera

Nuovi scontri sono scoppiati nella serata di domenica nel centro di Ankara. Centinaia di poliziotti anti-sommossa hanno usato abbondantemente gas lacrimogeni, riferiscono diversi media locali, per disperdere i dimostranti sulla piazza centrale di Kizilay, teatro di manifestazioni antigovernative, e hanno fatto almeno due feriti. 

Nella capitale Recep Tayyip Erdogan ha incontrato i suoi sostenitori e ha messo in guardia i turchi invitandoli a mettere in banche dello Stato e non in istituti privati i propri soldi. «I mercati finanziari turchi sono sotto attacco da parte di speculatori interni e internazionali», ha detto il premier durante il comizio filogovernativo. «Se collassa la Borsa di Istanbul, voi (speculatori, ndr) sarete sotto le macerie e non Tayyip Erdogan».
Non ha retto la «tregua» fra polizia e manifestanti, protagonisti di duri scontri ad Ankara, mentre il premier Recep Tayyip Erdogan sfidava con toni muscolari le decine di migliaia di dimostranti. 

In giornata Erdogan aveva avvertito gli oppositori che la pazienza del suo governo «ha dei limiti». Arrivando all'aeroporto di Ankara, davanti ai suoi supporter aveva lanciato l'avvertimento alle migliaia di persone che chiedono le sue dimissioni. «Noi restiamo pazienti, noi siamo sempre pazienti, ma la nostra pazienza ha dei limiti». 

Nella giornata di domenica il premier turco ha in programma diversi incontri e spostamenti attraverso le città turche incendiate dalla rabbia dei manifestanti. «I manifestanti sono vandali e anarchici, noi siamo il partito di tutti», ha continuato il premier turco davanti ai suoi sostenitori. 

Emma Bonino, dall'Italia ha commentato: «Le sue parole sono segno di debolezza. Accetti l'appello alla moderazione. No allo stile autoritario».

Continua a leggere sul sito de Il Corriere della Sera.

DoppiaM

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