Oggi come ieri: no al fascismo


Settimana scorsa abbiamo denunciato dalle pagine di questo blog, poi ripreso anche dal settimanale NoiBrugherio, l'affissione negli spazi elettorali di manifesti abusivi che riportano la croce celtica, simbolo degli orrori perpetrati dai nazifascisti.

Abbiamo chiesto che venissero rimossi. 

I manifesti si riferivano al corteo organizzato il 29 Aprile a Milano per Ricordare Sergio Ramelli. 
Il post è stato molto letto e commentato.

Nessuno nega il diritto legittimo di ricordare giovani, come Ramelli, vittime della violenza, purché esso si svolga nel rigoroso rispetto dei principi e delle regole democratiche. 


Perché torniamo sull'argomento? Perché anche quest'anno le sfilate si sono svolte con croci celtiche, saluti romani, divise nere, simboli funerei della repubblica di Salò, come testimoniato ampiamente dalle fotografie pubblicate sui principali quotidiani italiani. Questo ritorno al passato lo condanniamo in maniera ferma e lo riteniamo inaccettabile.

Repubblica.it ci racconta questa bruttissima pagina.

«Camerati... attenti!». «Camerata Sergio Ramelli...». «Presente!». Il rito del “presente” scandito tre volte. Una selva di braccia tese nel saluto romano e lui in mezzo, il capo, dietro una fila di bandiere con la croce celtica. Poi l’ordine: «Camerati... riposo!». 

Il tono di Massimo Turci, ex capogruppo pdl in Provincia (oggi Fratelli d’Italia) e presidente della commissione Antimafia istituita da Guido Podestà, è da gerarca fascista. È la sera del 29 aprile 2013. 

In via Paladini centinaia di militanti dell’estrema destra milanese ricordano, come ogni anno, la morte di Sergio Ramelli, il giovane militante del Fronte della Gioventù (organizzazione giovanile del Movimento sociale italiano) ucciso a colpi di chiave inglese nel 1975 da militanti della sinistra extraparlamentare legati ad Avanguardia operaia. L’ex capogruppo pidiellino lancia il “presente!” e tutti eseguono tendendo il braccio destro. 

A questo punto Turci, circondato da croci celtiche e teste rasate, ordina il riposo e inizia il suo discorso



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