L'ultimo discorso del Presidente Napolitano

foto dal sito del Quirinale

E' stato il suo ultimo messaggio di fine anno agli italiani, quasi alla conclusione di un settennato nel quale il Presidente ha "assolto il mio compito - credo di poterlo dire - con scrupolo, dedizione e rigore".

Napolitano ha voluto concludere il rito del discorso agli italiani con un messaggio teso a mettere in luce la prova di maturità dell'Italia, ovviamente passata attraverso sacrifici pesantissimi, che devono ora riuscire a dare i loro frutti, con il prossimo governo, che uscirà dalle elezioni del 24 e 25 febbraio, che dovrà affrontare il disagio delle persone, lo sconcerto delle famiglie e la rabbia dei giovani.

Come ha scritto ieri La Stampa, "gran parte del discorso di fine anno del presidente è stato dedicato a parlare al cuore degli italiani, esaltando l’importanza dei diritti civili senza nascondere gli effetti della più grave crisi dal dopoguerra. Ha cercato di infondere fiducia Napolitano, invitando i giovani ad «indignarsi» ma anche a «reagire». A non cedere alle sirene del populismo ma a vivere, magari in prima persona, la «nobiltà della politica»".

le parole più pronunciate dal Presidente, dal sito de Il Post

Il Presidente della Repubblica ha rivolto lo sguardo in particolare ai giovani: "Sono loro - ha detto - che hanno più motivi per essere aspramente polemici, nel prendere atto realisticamente di pesanti errori e ritardi, scelte sbagliate e riforme mancate, fino all'insorgere di quel groviglio ed intreccio di nodi irrisolti che pesa sull'avvenire delle giovani generazioni. I giovani hanno dunque ragioni da vendere nei confronti dei partiti e dei governi per vicende degli ultimi decenni, anche se da un lato sarebbe consigliabile non fare di tutte le erbe un fascio e se dall'altro si dovrebbero chiamare in causa responsabilità delle classi dirigenti nel loro complesso e non solo dei soggetti politici. Importante è che soprattutto tra i giovani si manifesti, insieme con la polemica e l'indignazione, la voglia di reagire, la volontà di partecipare a un moto di cambiamento e di aprirsi delle strade".

Alle forze politiche che si preparano alle elezioni, il Presidente ha detto di attendersi che "ci sia senso del limite e della misura nei confronti e nelle polemiche, evitando contrapposizioni distruttive e reciproche invettive".

Anche perchè, sempre per Napolitano, "prospettare una visione per il futuro delle giovani generazioni e del paese è importante fin da ora", considerando che "una rinnovata visione dello sviluppo economico non può eludere il problema del crescere delle diseguaglianze sociali" e quindi "porre in primo piano quel problema diventa sempre più decisivo". Ricordando che "ripresa e rilancio dell'economia e avanzamento civile del paese non possono separarsi".

Tanti altri sono stati i temi affrontati da Napolitano, dalla cittadinanza alla sicurezza sui luoghi di lavoro, passando per la situazione delle carceri, la criminalità, il Sud, la cultura e la formazione.

Come capita tutti gli anni, i discorsi dei Presidenti della Repubblica sono giudicati come solo parole e buone intenzioni, discorsi di circostanza, poco concreti o con altre considerazioni simili a queste.

Ma occorre ricordare il ruolo che la Costituzione assegna al Capo dello Stato, come ha giustamente ricordato Napolitano ieri, quando ha detto che "non verranno da me giudizi e orientamenti di parte, e neppure programmi per il governo del paese, per la soluzione dei suoi problemi, che spetta alle forze politiche e ai candidati prospettare agli elettori".

Il Presidente della Repubblica racconta ciò che ha visto, letto e ascoltato nei suoi incontri con le persone, il mondo del lavoro, quello del sociale e con tutte le realtà del paese. E a partire da questi incontri svolge il ruolo che la Costituzione gli assegna.

Da questo punto di vista, e non solo, Napolitano è stato un faro in questo settennato.

Qui il testo completo, qui sotto il video.

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