Scrivere l'enciclopedia della bellezza italiana


Una modesta proposta in difesa della cultura

La racconta Edoardo Nesi, scrittore e regista italiano, Assessore alla Cultura della Provincia di Prato.

VORREI fare una modestissima proposta ai nostri governanti e ai nostri politici. A chi comanda oggi e a chi oggi passa le giornate a struggersi dall'ambizione di diventare chi comanderà. Ai tecnici che sperano di poter diventare politici per continuare a governare, e ai politici che sperano di poter essere considerati tecnici, e quindi capaci, e infine degni di governare.

Persino, e soprattutto, a chi crede che la politica possa ancora continuare per molto a rispondere con affermazioni di principio a problemi reali. La modestissima proposta è quella di decidere di investire in quel bene immenso e immensamente delicato che è la conoscenza, poiché è proprio - mi verrebbe da scrivere solo - dalla conoscenza e dal contributo che le nostre figlie e i nostri figli potrebbero dare alla sua diffusione che potrebbe nascere uno straordinario, duraturo ritorno economico.

Come? Si cominci usando la ragione, eliminando per sempre dalle menti la sciagurata idea secondo la quale la spesa pubblica per la cultura non è che un costo, sostituendo la con il concetto che rappresenti, invece, e da sempre, l`investimento migliore possibile per l`Italia, magari istituendo severissime pene per chi osi ripetere in pubblico che "con la cultura non si mangia".

Piuttosto che certi economisti di gran nome e strenua loquacità e cattedra insigne e quasi sempre estera, sempre curvi sui loro testi sacri a strologare su cosa sia ancora possibile tagliare dal sanguinante bilancio dello Stato, si prendano a esempio e guida gli umili e furbi ambulanti di Piazza dei Miracoli a Pisa, che apparecchiano le loro bancarelle all'ombra del Battistero e della Primaziale poiché sanno bene che è solo grazie all'accostamento o alla vicinanza, concettuale e persino fisica, alla sublime grandezza dell`arte italiana che riusciranno a vendere la loro paccottiglia.

Ci si renda finalmente conto che l'Italia ha poche eccellenze vere e riconosciute in tutto il mondo. Forse solo due: il nostro immenso patrimonio culturale e quel meraviglioso intreccio di piccola e media industria e artigianato e tecnologia che, nei suoi esempi di maggior successo, proprio alla fonte della cultura e della conoscenza si abbevera da sempre. E poi, santo Dio, si smetta di massacrarle a furia di tagli fatti conia durlindana, queste nostre eccellenze. Si tagli altro, maledizione!

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DoppiaM

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