Lombardia, tempo scaduto!


4.000 voti compranti dalla 'ndrangheta.

Voti pagati in contanti, a 50 euro l'uno, pur di diventare consigliere regionale e vedere confemato il suo incarico di Assessore nella Giunta di Roberto Formigoni. Con questa accusa è finito oggi in manette Domenico Zambetti, 60 anni, del PdL, eletto alle regionali del 2010 con 11.217 voti di preferenza e poi nominato assessore alla Casa al Pirellone, dopo essere già stato assessore nel mandato precedente.

Secondo l'inchiesta, avrebbe pagato ai clan calabresi, in varie rate, 200mila euro. Ad incassarli, secondo l'accusa, Giuseppe D'Agostino, gestore di locali notturni, già condannato negli anni scorsi per traffico di droga, che appartiene alla cosca calabrese Morabito-Bruzzaniti; l'altro, referente del clan Mancuso, è l'imprenditore Eugenio Costantino.

In tutto sono venti le persone destinate al carcere, ma quello che emerge ancora una volta, da quando Ilda Boccassini è il coordinatore della distrettuale antimafia milanese, è la cosidetta "zona grigia", quel mondo di persone apparentemente lontane dal crimine ma in realtà disposte a ubbidire, manovrare, avere vantaggi grazie a gangster molto pericolosi.

«Una vicenda preoccupante di un segmento della vita pubblica e criminale lombarda», ha commentato stamane il procuratore aggiunto Ilda Boccassini. «Siamo in presenza di un rappresentante delle istituzioni che in piena consapevolezza si rivolge a dei mafiosi (e di primissimo piano, apicali nella ’ndrangheta) per tornaconto personale: forse una delle vicende dove per la prima volta si documenta in modo chiarissimo, l’esistenza di voti di scambio. Mettersi nelle mani di due boss, significa mettere la propria funzione a disposizione e non potersi più sottrarre pena minacce e intimidazioni, come ha documentato l’indagine; significa diventare proprietà di tutta l’organizzazione che poi si sentirà autorizzata, come è successo in questo caso, a chiedere favori di ogni tipo».


Zambetti è il quinto assessore delle varie giunte di Formigoni a finire in carcere, dopo Guido Bombarda (Formazione professionale), Piergianni Prosperini (Turismo), Franco Nicoli Cristiani (Ambiente, Commercio) e Massimo Ponzoni (Protezione civile, Ambiente). E in questo momento è anche il tredicesimo consigliere regionale dell’attuale assemblea (su 80) a finire sotto inchiesta (qui l'elenco).

Il centrosinistra in Regione torna ad insistere
per le dimissioni di Formigoni.

Oggi, dalle 18, organizza un presidio a Palazzo Lombardia, mentre dalle 15 in diretta web su www.blogdem.it racconterà quello che sta succedendo e si confronterà con i cittadini sulle azioni da portare avanti per la chiusura di questa pagina della politica regionale.

Post popolari in questo blog

Metrotranvia, dilettanti allo sbaraglio

Polemiche inutili