Ilva di Taranto, le cifre di una tragedia


Si attendeva una bufera, è arrivato un ciclone.

Scrive così, oggi, La Stampa, nel commentare le 101 pagine del Rapporto Sentieri, commissionato dall’Istituto superiore di Sanità e relative agli effetti dell'inquinamento dell'Ilva sulla popolazione di Taranto, presentate ieri dal Ministro della Salute, Renato Balduzzi.

Il rapporto si riferisce al periodo 2003-2009, e le cifre sono da brividi: +14% di mortalità per gli uomini e +8% per le donne per tutte le cause rispetto alla media in Puglia. Per gli uomini +14% per tutti i tumori, +14% per le malattie circolatorie, +17% per quelle respiratorie, +33% per i tumori polmonari, +419% per i mesoteliomi pleurici. Per le donne invece, +13% per tutti i tumori, +4% per le malattie circolatorie, +30% per i tumori polmonari, +211% per il mesotelioma pleurico. E per i bambini si registra un incremento del 20% della mortalità nel primo anno di vita rispetto alla media pugliese, che diventa 30-50% per la contrazione di malattie di origine perinatale che si manifestano oltre il primo anno di vita.


«Un dovere presentarli qui», ha detto il Ministro Balduzzi ieri a Taranto. Quei dati lo hanno «un pochino» sorpreso, ha ammesso, perché «c’è un trend che non accenna a scendere». «La situazione a Taranto è indubbiamente complessa. Credo sia necessario uno sforzo, anche da parte della sanità pubblica per un monitoraggio sanitario costante e un piano di prevenzione nei confronti dei lavoratori, dei bambini, di tutti, con iniziative mirate», ha detto dopo aver incontrato in Prefettura i rappresentanti delle istituzioni e gli esponenti delle associazioni ambientaliste.


Nel Rapporto Sentieri non ci sono ovviamente sconti per il colosso dell’acciaio. «Lo stabilimento siderurgico, in particolare gli impianti altoforno, cokeria e agglomerazione, è il maggior emettitore nell’area per oltre il 99% del totale ed è quindi il potenziale responsabile degli effetti correlabili al benzopirene». Parole che pesano come un macigno, quattro giorni dopo l’approvazione della nuova Autorizzazione integrata ambientale (Aia) per lo stabilimento e nell’imminenza della sua entrata in vigore, mentre gli impianti dell’area a caldo sequestrati il 26 luglio continuano a produrre. Un’autorizzazione giudicata «sufficiente» da Balduzzi, perché «ha accolto tutte le nostre proposte», ha spiegato, tra le quali «la possibilità di una revisione in funzione del monitoraggio».

Qui e qui, da La Stampa e Repubblica, il racconto di due medici di Taranto, sugli effetti devastanti dell'Ilva, e sulla drammatica alternativa tra lavoro e salute.

Qui tutto il materiale dal sito del Ministero della Salute sul rapporto Sentieri.

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