"Punteremo su una nuova classe dirigente, una nuova generazione"


Ieri il segretario del Partito Democratico, Pierluigi Bersani, è stato intervistato per il Corriere della Sera da Aldo Cazzulo. Per chi se la fosse persa vi riproponiamo l'intervista.

“E’ tempo di concentrarci sul Paese, perché si sta facendo dell’Italia il punto di leva per ribaltare il carro dell’euro. O stringiamo almeno le cose che si sono decise, o dobbiamo farci dare qualche margine in più per fronteggiare una recessione che sarà durissima. L’Europa chiede una soluzione al quesito dell’affidabilità dell’Italia. E’ tempo che la politica si prenda le sue responsabilità: le eccezionalità non danno mai una percezione di affidabilità. Si deve smettere di chiedere: “E dopo Monti cosa succede?”. Predisponiamo un percorso e una competizione: centrodestra contro centrosinistra. Proporrò con le primarie un’offerta di partecipazione per la scelta del leader. E avanzerò una proposta di serietà e rigore con dentro il cambiamento: un governo larghissimamente rinnovato, che dia all’Italia la sensazione di avere energie nuove in campo. Un colpo di reni”.


Segretario Bersani, partiamo dall’inizio. Sta dicendo che, se non scattano le misure anti-spread, l’Italia deve poter spendere di più per la ripresa?
“E’ senza ripresa che spendiamo di più! Noi siamo la cavia dell’attacco all’euro. Lo dice il governatore Visco: 200-250 punti di spread ce li meritiamo; gli altri vengono dall’attacco mirato contro di noi. O troviamo un meccanismo europeo che ci protegga, oppure, siccome siamo gli unici vincolati al pareggio di bilancio in tempi così rapidi, dobbiamo ottenere un margine per fronteggiare la recessione. Saprei anche dove mettere le risorse”.

Dove?
“Negli investimenti che portano subito lavoro e innovazione: ossigeno agli enti locali per le piccole opere, casa, efficienza energetica, agenda digitale”.

Lei parla di un “governo larghissimamente rinnovato”. Questo significa che in caso di vittoria del centrosinistra non ci sarebbe spazio per gli attuali ministri?
“A parte alcuni presìdi essenziali di esperienza, punteremo su una nuova classe dirigente, una nuova generazione. Non sarà un salto nel buio: è gente che ha già fatto esperienza amministrativa”.

Nomi?
“Non ne faccio. Ma ce li ho in testa tutti”.

E Monti che farà? Potrebbe avere un futuro alla Ciampi, che fu premier di un “governo del presidente” e poi ministro dell’Economia di un governo di centrosinistra?
“Come si dice in questi casi, Monti è una grande risorsa per il Paese. Non spetta a me stabilire quel che farà, ma a lui. La questione “quanto di Monti deve restare dopo il 2013”, che viene posta anche nel mio partito, non tiene conto che questa maggioranza parlamentare non ha un indirizzo univoco. Monti intanto va ringraziato per aver preso in mano un Paese sull’orlo del precipizio. Fa i suoi errori, come tutti. Io gli sono leale; anche per questo credo di aver diritto di segnalarli. Ma Monti è il pompiere. L’incendiario è un altro”.

Il ritorno di Berlusconi rende impossibile le grandi intese nel 2013?
“Per l’amor di Dio! Qualunque sia il leader della destra, l’Italia ha diritto a una democrazia che funzioni con due polmoni, a uscire dall’eccezionalità. Il fatto poi che ci sia Berlusconi è grave perché il mondo ci guarda, e può pensare: davvero gli italiani ritornano lì? Vorrei tranquillizzare tutti: Berlusconi non vincerà. Né vogliamo passare mesi a pane e Berlusconi, con le sue donne e i suoi processi. L’Italia ha altri problemi”.

Quando si faranno le primarie? E come?
“Vediamo di dire una parola definitiva. Io voglio le primarie. Le voglio di coalizione: partiti, associazioni. Benché sia il candidato statutario del Pd, non pretendo di essere il candidato esclusivo. La data non la decidiamo da soli. Immagino che non sarà né troppo lontana né troppo vicina al voto: diciamo entro fine anno”.

Farete primarie a doppio turno, come in Francia?
“Anche le regole non le decidiamo da soli. Non lo escludo affatto. Ne discuteremo”.

Quali sono i suoi sentimenti nei confronti di Renzi?
“Io gli voglio bene. Vorrei che pure lui volesse bene, non pretendo a me, ma al Pd. E venisse a dire in casa le cose che invece dice fuori”.

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