CRS: tante potenzialità poco sfruttate. Due proposte dal PD


Un miliardo e cinquecento trenta milioni di euro.

Tanto è costata ai lombardi, in dieci anni la CRS (Carta regionale dei servizi), promossa con l'accattivante slogan “La vita è una carta meravigliosa”.

Le potenzialità di questa tessera sono molte e interessanti: si possono prenotare visite, scegliere il medico di base, visualizzare in tempo reale gli esiti degli esami. Non solo. La carta serve anche per il prestito dei libri in biblioteca, l'accesso ai servizi comunali e per fare l'abbonamento alle Trenord.

La CRS è stata sinora sottoutilizzata dai cittadini,
a causa di diverse criticità.

La prima: per utilizzare la carta online serve essere in possesso di un PIN che deve essere richiesto presso le Asl, le sedi di SpazioRegione o gli uffici postali, di cui, secondo i dati attuali, sono in possesso solo il 15% dei lombardi.

Un altro ostacolo all'utilizzo della CSR è rappresentato dal lettore che deve essere installato e collegato al computer per permettere l’accesso ai servizi: ad oggi sono stati distribuiti solo 400mila lettori sui 600mila acquistati da Lombardia Informatica nel 2008 perché in molti non sapendo come, dove e perché richiederli hanno evitato di andare a cercarli. Così, gli utenti attivi sono solo il 2% dei possessori della carta.

Alessandro Alfieri e Gianantonio Girelli, consiglieri regionali del Partito Democratico, hanno perciò avanzato due proposte per ridare senso e funzionalità alla CRS.

Il primo suggerimento: inviare in automatico a casa il PIN a tutti i possessori della CRS, così come avviene per carte bancarie in modo da semplificare la vita ad anziani e lavoratori.
Il secondo: la rapida estensione del modello sperimentato a Varese e Vimercate, che prevede l'accesso online ai servizi della CRS senza l'utilizzo dell'apposito lettore che ha rappresentato sinora una forte limitazione.

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