Pio La Torre, 30 anni dopo


"Ogni passo avanti che faremo nella lotta alla mafia potrà compiersi perché tanta strada è stata fatta dall’impegno di uomini come Pio La Torre. Trent’anni ci separano dall’uccisione sua e di Rosario Di Salvo. Il tempo affievolisce la memoria, ma è importante ricordare la storia di Pio La Torre”.

Così Pier Luigi Bersani ricorda Pio La Torre,
a trent’anni dalla sua uccisione. 

“Figlio di contadini, partecipò fin da giovanissimo alle lotte dei braccianti e all’occupazione delle terre. Divenne segretario della Camera del lavoro di Corleone dopo Placido Rizzotto. Dirigente nazionale del Pci, La Torre comprese per primo che combattere la mafia era una problema nazionale, per questo da parlamentare promosse una legge che introduceva il reato di associazione mafiosa e prevedeva la confisca dei patrimoni illeciti. La legge fu approvata quattro mesi dopo la sua morte e non ci sarebbe stata senza il suo coraggio”. 

“Purtroppo – prosegue Bersani – il tempo che ci separa dall’uccisione di Pio La Torre non ha visto assicurata in ogni luogo del Paese la sicurezza di chi gestisce un’amministrazione pubblica, di chi si impegna in una formazione politica, di chi lavora nel sociale a favore dei più svantaggiati. Per questo è importante ribadire, in sintonia con ciò che ha rappresentato Pio La Torre, che siamo in tanti a volere un’Italia diversa, quella scritta nella Costituzione, fondata sulla dignità, sull’onestà, sull’uguaglianza delle opportunità, sul senso civico dei diritti e dei doveri”.

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