Alcatel-Lucent di Vimercate: 490 esuberi


Ieri un centinaio di lavoratori della Alcatel-Lucent di Vimercate hanno manifestato davanti al Pirellone, in concomitanza con la seduta del Consiglio regionale della Lombardia, contro i 490 esuberi, in particolare ricercatori, decisi dalla multinazionale.

Il piano di ristrutturazione, presentato dalla multinazionale con sede a Vimercate al ministero dello Sviluppo Economico lo scorso 24 gennaio, prevede 700 esuberi nel nostro paese. Saranno 490 i tagli del personale, pari al 25 % dell'intera forza lavoro, 200 lavoratori somministrati e 360 ricercatori, pari al 45% del dipartimento Ricerca e Sviluppo.

Una rappresentanza dei lavoratori - leggiamo dal sito de Corriere della Sera - ha ottenuto di essere ricevuta in Consiglio regionale dal presidente Davide Boni, dalla vicepresidente Sara Valmaggi e da consiglieri regionali in rappresentanza di tutti i gruppi.

Tutti gli esponenti sindacali hanno precisato che si tratta di una congiuntura grave non solo per le sue implicazioni occupazionali, ma soprattutto per il significato di prospettiva che assume. L’azienda infatti non è affatto in crisi, è stato sottolineato, eppure sta trasferendo software e tecnologie verso gli Stati Uniti.

Tale scelta, che sta avvenendo in questi giorni, mentre sono ancora aperti i tavoli con il Governo - hanno affermato i rappresentanti dei ricercatori e dei lavoratori - significa mettere fortemente in discussione una via «alta» allo sviluppo della Lombardia e del nostro Paese, poiché quella che è gravemente a rischio è la fascia delle competenze avanzate in ambito di tecnologie delle telecomunicazioni, che finora ha caratterizzato il presidio Alcatel lombardo.

I consiglieri Giulio Cavalli (Sel), Elisabetta Fatuzzo (Pensionati), Francesco Patitucci (Idv) Mario Barboni e Fabio Pizzul (Pd), hanno dichiarato il loro pieno sostegno alla vertenza.

Enrico Brambilla (Pd) ha anche ricordato un’interrogazione su questi temi da lui già depositata nei giorni scorsi.

DoppiaM

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