"Di imprenditori e cittadini, fuori dalla porta non se ne sono mai visti"



Fin dalla loro inaugurazione, sulle pagine di questo blog abbiamo seguito le alterne vicende di quell'ala della Villa Reale di Monza destinata ad ospitare la sede decentrata dei Ministeri, fortemente voluta dalla Lega. Ne abbiamo parlato qui solo pochi giorni fa.

Ieri anche il Corriere della Sera è tornato sull'argomento.

I vertici del Carroccio sono infatti scesi in trincea per difendere l'operazione; il Sindaco di Monza non è stato da meno, lanciando un invito a Mario Monti, neo presidente del Consiglio: «Rispetti i principi del decentramento e non li chiuda».

Il futuro di quei cento metri quadrati, attorno ai quali fra luglio e settembre (leggi qui) si è scatenata una polemica culminata in uno scontro istituzionale fra il Presidente della Repubblica Napolitano e l'ex premier Berlusconi, è ora nelle mani del nuovo inquilino di Palazzo Chigi.

I numeri, tuttavia, dicono che in due mesi e mezzo di vita, gli uffici decentrati sono finiti sotto i riflettori solo una mezza dozzina di volte, principalmente per accogliere manifestazioni di protesta o per ospitare riunioni della Lega.

Di imprenditori e cittadini, 
fuori dalla porta in attesa di parlare con Calderoli o Bossi, 
non se ne sono mai visti.

Sia Confindustria che Camera di commercio si sono sempre dimostrate molto tiepide e il centro-sinistra non ha mai perso l'occasione per sottolineare come alla fine venissero trattati alla stregua di sedi di partito. 

Adesso, sul loro destino pesa la dichiarazione di incostituzionalità fatta dal capo dello Stato la scorsa estate (violazione dell'articolo 114, quello che sancisce Roma capitale) e una sentenza del Tribunale di Roma che li ha chiusi a doppia mandata per comportamento antisindacale della presidenza del consiglio: nessun dipendente di Palazzo Chigi può essere trasferito a Monza per il semplice motivo che il personale non è stato avvisato dell'istituzione dell'ufficio decentrato.

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DoppiaM

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