Riprendiamoci il futuro!

Prima di ogni altra cosa, un abbraccio a ciascuno dei nostri volontari,
che hanno il posto d’onore di questa Pesaro in festa.
 Un grazie ai volontari di questa 
e delle altre 3.000 feste del Partito Democratico. 
Siamo al nostro record: le feste crescono e il Partito cresce.


Con il ringraziamento a tutti i volontari, Pierluigi Bersani ha iniziato sabato il suo discorso conclusivo della Festa Democratica di Pesaro. Un discorso pronunciato sapendo che questo è il momento di massima pressione da quando è segretario, perché c'è un Governo da mandare a casa e il tempo a disposizione è poco.

CRISI
Un messaggio al centrodestra che insiste con una manovra che «non ci mette in salvo» e che dovrebbe seriamente riflettere sulla proposta di «una transizione che sia affidata a un governo più credibile davanti all'opinione pubblica nazionale ed internazionale». Ma il messaggio è indirizzato anche a chiunque abbia «un ruolo di direzione o di orientamento nella società» e che in questi anni di crisi finanziaria col suo «conformismo è stato complice di chi ci ha portato fin qui». Qui, ovvero a un'Italia ridotta a «strapuntino dell'Europa e del mondo», la settima potenza industriale e fra le dieci nazioni più ricche «costretta a subire l'umiliazione di essere guardata come una zavorra, come un rischio per l'Europa»:

«Li accusiamo di aver mentito agli italiani occultando ed ignorando la crisi e di aver aggravato la crisi con politiche dissennate. Li accusiamo di essersi occupati notte e giorno dei fatti loro e non dei fatti degli italiani. Li accusiamo di voler sopravvivere truccando le carte senza avere né la forza per governare né la fiducia degli italiani e di lasciare il Paese senza rotta e senza timone». E chi ha avallato tutto ciò col proprio silenzio? «Adesso almeno si prenda atto che il Pd ha sempre detto la verità e ha sempre avanzato le sue proposte alternative. Questo ci dà diritto di essere ascoltati come si ascolta una forza di governo».


EUROPA
«Nei prossimi dodici mesi si voterà in Spagna, in Francia, in Danimarca, in Polonia, in Romania, in Slovenia, in Serbia, in Croazia, in Lettonia forse in Italia e dopo pochi mesi in Germania. Proponiamo di portare a compimento una piattaforma comune dei progressisti che rilanci il sogno europeo. Nel ripiegamento vince la destra. Il sogno europeo è la bandiera dei progressisti».

 «Deve rinascere, questo sogno, nella concretezza drammatica di questa crisi. Strumenti europei per il debito, per gli investimenti e la crescita; un’armonizzazione delle politiche economiche e fiscali. Interventi che facciano pagare alla finanza e non all’occupazione e al welfare quel che la finanza ha provocato; una sola politica estera, una sola politica di difesa, una voce sola nel mondo. Siamo il continente più ricco e più forte, la più grande potenza industriale, il più ricco mercato interno. Il mondo aspetta da noi europei un contributo vero. Divisi non contiamo nulla e a uno a uno finiremo nelle retrovie del mondo nuovo. Tutti assieme possiamo prenderci il nostro ruolo e darci un futuro.
E noi un futuro lo vogliamo, lo pretendiamo, per i nostri figli, per l’Italia di domani».


POLITICA E ANTIPOLITICA 
"Eliminare privilegi". Per Bersani "la politica deve recuperare essenzialità e venir via da piccoli o grandi privilegi così da poter combattere ogni privilegio. Vitalizi, poltrone di troppo, doppie cariche, servizi immotivati: via tutto questo". Bersani chiede dunque modifiche alla manovra correttiva, anche attraverso l'introduzione di una patrimoniale, perché "le risorse vanno trovare dalle rendite, dalle ricchezze, dai patrimoni". Bersani ricorda: "Il 10% degli italiani possiede il 50% delle ricchezze del paese, se c'è da trovare altri soldi, si trovano li". Il segretario Pd propone "una sessione parlamentare straordinaria che prenda decisioni, secondo proposte che abbiamo già consegnato alle Camere»

ITALIA
«Ma non ci fermiamo alle accuse. Noi non abbiamo in testa Berlusconi. Noi abbiamo in testa l’Italia, gli italiani e le prospettive dei nostri figli. Partiamo dunque da qui. E ci chiediamo e chiediamo: qual è la sfida che l’Italia ha davanti? La nostra risposta è questa: l’Italia è di fronte, allo stesso tempo, sia ad una emergenza drammatica sia ad una esigenza profonda di ricostruzione democratica e sociale dopo dieci anni di sbandamento e di perdita di futuro. Affrontare con decisione il presente e conquistarci un futuro»

CASO PENATI
Bersani ha fatto un accenno al caso Penati, senza nominarlo: "C'è un tentativo, anche da parte dei telegiornali, di metterci tutti nel mucchio. Noi la critica l'accettiamo, l'aggressione no. Se Berlusconi facesse un passo indietro per ogni inchiesta che lo coinvolge sarebbe arrivato da Roma ad Ancona", ironizza il segretario.Bersani comunque non minimizza i problemi, e garantisce alla platea dei militanti democratici che il Pd si doterà "di codici interni e regole ancora più stringenti".


PARTITO DEMOCRATICO
«Ed infine il senso, nelle cose che proponiamo, di una ricostruzione della politica. Noi su questo abbiamo un’idea, e l’abbiamo da quando siamo nati, da quando ci siamo chiamati Partito Democratico. Siamo i soli che si chiamano Partito. I soli in Italia, ma in buona compagnia, se ci pensate, con tutti i Paesi democratici del mondo. Dico tutti i Paesi. In questa nostra scelta c’è un’idea di politica e di democrazia. Di una politica come partecipazione, come processo collettivo. Di una politica che non è solo comunicazione e neanche solo appuntamento elettorale. Di una politica che non è strumento di una persona sola o di poche persone ma che è occasione di espressione, di presenza e di emancipazione di tanti e di quelli in particolare che da soli non ce la farebbero mai. Un’idea di democrazia, che rifiuta i frutti avvelenati dell’antipolitica, ma che pretende una politica sobria, buona, semplice, pulita, una politica che costi meno e che decida di più. Una politica che rivendica il suo ruolo e che conosce il suo limite.»

«Riprendiamo il nostro cammino, riprendiamo la fiducia in noi stessi, riprendiamoci il futuro», scandisce Bersani chiudendo tra lo sventolio di bandiere. Abbraccia gli altri del gruppo dirigente.

Parte la canzone «Cambierà», di Neffa. 
Un auspicio, una necessità.


DoppiaM

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