Paolo Borsellino, 19 luglio 1992


19 luglio 1992.

Paolo Borsellino, dopo avere pranzato con la moglie Agnese e i figli Manfredi e Lucia, decide di andare dalla madre, che abitava in via D'Amelio, a Palermo.

Ad attenderlo c'era una Fiat 126 con circa 100 chili di tritolo.


Nell'attentato, messo a segno 57 giorni dopo quello in cui perse la vita il suo amico e collega Giovanni Falcone, morirono anche i cinque agenti della sua scorta, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.

L'attentato, come ha detto oggi il Presidente Napolitano, "volle colpire sia un simbolo della causa della legalità, sia un uomo che stava mobilitando le migliori energie della società civile, dando a esse crescente fiducia nello stato di diritto".

Il modo migliore per onorare Paolo Borsellino è quello di fare luce sull'attentato. Si spera che a breve le inchieste sui depistaggi portino a scoprire la verità sulla morte di un servitore dello Stato.

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