Mirafiori: Fassina, “Accordo regressivo, servono regole per la democrazia sindacale”
“L'accordo separato su Mirafiori, dopo quello di Pomigliano, non può essere giudicato un successo da nessuno. E’ un accordo regressivo.” Lo afferma Stefano Fassina, responsabile Economia e Lavoro del Pd.
“Innanzitutto, - prosegue Fassina – è frutto di una drammatica asimmetria nei rapporti di forza tra capitale finanziario libero nella dimensione globale e lavoro prigioniero della dimensione locale. Ma, è anche frutto di regole della rappresentanza inadeguate e di inadeguate regole della democrazia nei luoghi di lavoro. L’accordo, di fatto, apre allo smantellamento del contratto nazionale, alla negazione della democrazia sindacale, alla concorrenza al ribasso sulle condizioni del lavoro.” “Per ricondurre le newco Fiat al perimetro interconfederale e del contratto nazionale – continua Fassina – ed evitare una deriva perdente per tutti, di fronte ad un governo impegnato a far regredire i diritti dei lavoratori, i livelli di rappresentanza confederali dovrebbero al più presto arrivare ad un accordo sulle regole della rappresentanza e di validazione dei contratti, in modo da garantirne l'esigibilità, necessaria ad aziende e lavoratori, ma in un contesto unitario e pienamente democratico. Un accordo – conclude Fassina – che il Parlamento dovrebbe raccogliere per fare una legge-quadro”.
Chi è Stefano Fassina
Stefano Fassina, 44 anni, fa parte della segreteria del Pd ed è responsabile del settore Economia e Lavoro del Partito democratico. Dal 1996 al 1999 è stato consigliere economico del ministero del Tesoro (ai tempi di Carlo Azeglio Ciampi). Dal 2000 al 2005 ha lavorato a Washington al Fondo monetario internazionale. Dal 2006 al 2008 ha lavorato al ministero dell’Economia e delle Finanze. Direttore scientifico dell’associazione Nens.
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