Le elezioni ad personam

Al di là dell’evidente sgarbo al Quirinale, che è l’unico ad avere la prerogativa di sciogliere il Parlamento, il Cavaliere non fa altro che muoversi nel solco che il suo aratro ha ampiamente tracciato. Dopo le leggi ad personam, è dunque il momento delle elezioni ad personam. Che si facciano pure, ma solo dove lui parte – ed è comunque tutto da vedere – in vantaggio.
Ma Berlusconi per primo sa che difficilmente Napolitano scioglierà una sola Camera. E ormai ogni sua mossa va letta nell’ottica propagandistica di chi vuole affrontare la sfida finale nei panni della vittima. Stretto nell’angolo, cercherà ogni giorno e in ogni modo di confondere le acque. Moltiplicando i “falsi” nemici per esorcizzare i tanti avversari veri.
Dopo i giornali e la Rai, e dopo i “traditori” di Gianfranco Fini, nel cupio dissolvi della lotta per la propria sopravvivenza vuole che finisca anche il Quirinale, magari colpevole di non aver accolto i suoi desiderata.
La vera battaglia che sta per cominciare è tra un uomo disposto a tutto e le istituzioni democratiche. E il pareggio non è previsto.
Marco Bracconi, Politica pop, repubblica.it