Il PDL contro il suo Premier?
“Essere più realista del re” si dice di chi difende una causa con più accanimento di chi è direttamente interessato. Ma a volte si rischiano gaffe clamorose…
Molto interessante, in questo senso, quello che racconta oggi Il Post.
Infatti ieri la Camera dei deputati ha iniziato la discussione di alcune mozioni sul pluralismo e la RAI. Le mozioni sono documenti di indirizzo politico, non vincolanti, che, se approvate dall’aula, impegnano il governo a tenere un determinato comportamento.
Tra queste mozioni, una è stata presentata dal gruppo di Futuro e Libertà di Gianfranco Fini, e con particolare riferimento al TG1 evidenzia che oggi l’informazione della Rai non soddisfa i requisiti di imparzialità, completezza e correttezza e lealtà richiesti al servizio pubblico.
Ecco puntuale la contromossa del PDL: al Senato Gasparri e Quagliariello presentano una mozione che chiede di evitare “il determinarsi di situazioni di sostanziale monopolio o oligopolio nella produzione delle opere radiotelevisive, con particolare riguardo a produttori facilmente riconducibili ad esponenti eletti in Parlamento”.
I due esponenti del PDL volevano così colpire la suocera di Gianfranco Fini, che attraverso una sua società di produzione televisiva lavora per e con la RAI.
Certo è singolare che il centrodestra, pur di attaccare Fini, scelga di mettere le mani in un settore per loro spinoso e minato quanto è quello dei conflitti di interesse in campo televisivo: se la posizione del presidente della Camera è tale da esercitare pressioni indebite sulla RAI, come definire quella del presidente del Consiglio, che Gasparri e Quagliarello difendono?
Servita sul piatto la controreplica dei finiani, affidata a Benedetto Della Vedova: "Ce l’hanno con Berlusconi? Il Pdl si schiera contro Endemol? È grottesco, perché lo sanno tutti che Mediaset ha delle quote importanti all’interno di una delle principali case di produzione televisiva, ed essendo sempre Mediaset in qualche modo società riconducibile ad eletti in Parlamento, immagino che ce l’abbiano con lui allora".
Molto interessante, in questo senso, quello che racconta oggi Il Post.
Infatti ieri la Camera dei deputati ha iniziato la discussione di alcune mozioni sul pluralismo e la RAI. Le mozioni sono documenti di indirizzo politico, non vincolanti, che, se approvate dall’aula, impegnano il governo a tenere un determinato comportamento.
Tra queste mozioni, una è stata presentata dal gruppo di Futuro e Libertà di Gianfranco Fini, e con particolare riferimento al TG1 evidenzia che oggi l’informazione della Rai non soddisfa i requisiti di imparzialità, completezza e correttezza e lealtà richiesti al servizio pubblico.
Ecco puntuale la contromossa del PDL: al Senato Gasparri e Quagliariello presentano una mozione che chiede di evitare “il determinarsi di situazioni di sostanziale monopolio o oligopolio nella produzione delle opere radiotelevisive, con particolare riguardo a produttori facilmente riconducibili ad esponenti eletti in Parlamento”.
I due esponenti del PDL volevano così colpire la suocera di Gianfranco Fini, che attraverso una sua società di produzione televisiva lavora per e con la RAI.
Certo è singolare che il centrodestra, pur di attaccare Fini, scelga di mettere le mani in un settore per loro spinoso e minato quanto è quello dei conflitti di interesse in campo televisivo: se la posizione del presidente della Camera è tale da esercitare pressioni indebite sulla RAI, come definire quella del presidente del Consiglio, che Gasparri e Quagliarello difendono?
Servita sul piatto la controreplica dei finiani, affidata a Benedetto Della Vedova: "Ce l’hanno con Berlusconi? Il Pdl si schiera contro Endemol? È grottesco, perché lo sanno tutti che Mediaset ha delle quote importanti all’interno di una delle principali case di produzione televisiva, ed essendo sempre Mediaset in qualche modo società riconducibile ad eletti in Parlamento, immagino che ce l’abbiano con lui allora".